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Proteggersi dalla pioggia in bici: vediamo come fare

Pedalare sotto l'acqua senza bagnarsi è possibile. Passiamo in rassegna abbigliamento e attrezzature indispensabili nelle stagioni piovose

Scritto il
da Martina Tremolada

L’autunno è ormai cominciato e le piogge si fanno (o dovrebbero farsi, cambiamento climatico permettendo) sempre più minacciose per i ciclisti, siano essi appassionati che pedalano uscite giornaliere, cicloviaggiatori o commuters.

Ma non sarà certo qualche goccia d’acqua dal cielo a far desistere dall’uso della bicicletta. I modi per proteggersi dalla pioggia in bici sono vari. Vediamo quali sono per ogni tipo di ciclista.

Stefano Corso on Flickr

L’abbigliamento per proteggersi dalla pioggia in bici varia a seconda dell’uso della bicicletta: chi sarà esposto per lungo tempo alle piogge necessita di tessuti maggiormente tecnici, chi invece deve percorrere piccoli tragitti urbani si può proteggere con capi di uso più corrente.

Bisogna avere presente che l’impermeabilità si misura colonne d’acqua, ne avevamo parlato qui.

In generale, i capi fino a 5.000 colonne d’acqua sono indicati per chi avrà un’esposizione breve alle intemperie, mentre i tessuti con 20.000-40.000 colonne d’acqua sono adatti a chi dovrà affrontare piogge intense o lunghe pedalate.

Insieme all’impermeabilità occorre valutare la traspirabilità (cioè la capacità del tessuto di rilasciare l’umidità corporea) che è data dalla membrana e dagli strati da cui è composto l’indumento. I capi con alta impermeabilità e alta traspirabilità sono quelli più indicati per gli sportivi.

Photo by Juan Rojas on Unsplash

La testa è una delle parti del corpo spesso troppo trascurate, invece arrivare con i capelli asciutti a destinazione può fare molta differenza sia per chi si reca in ufficio sia per chi viaggia che altrimenti rischierebbe di avere freddo.

Il metodo più semplice è quello di utilizzare il cappuccio della giacca indossandolo sopra o sotto il casco (che non può mai mancare nemmeno per gli spostamenti urbani!). Per chi avesse una giacca senza cappuccio, si possono trovare delle cuffie copricasco che si adattano bene allo scopo. Il loro unico difetto è l’eventualità che questi lascino cadere alcune gocce d’acqua nel collo bagnando i capelli (per chi li ha lunghi).
In ultima istanza si può sempre ricorrere al “rimedio della nonna”, con una cuffia da doccia sotto al casco. Questa non è certo la soluzione più tecnica, nè la migliore esteticamente, però in caso di emergenza è funzionale.

Robert Thomson on Flikr

Chi pedala sa bene che il busto e le gambe sono ugualmente esposti alle intemperie e vanno protetti in modo adeguato.

Per i commuters, trattandosi solitamente di brevi spostamenti, potrebbero bastare una giacca e un paio di pantaloni con un medio livello di impermeabilità e traspirabilità.

Per i ciclisti che affrontano uscite giornaliere la priorità è la compattezza del capo: in questi casi quindi si sceglie una giacca poco ingombrante e con livelli di impermeabilità medio-alta e talvolta si rinuncia anche ai pantaloni. In questo modo si può portare la giacchetta nelle tasche della maglietta senza “vestire” la bici con le borse. In ogni caso, se si viene sorpresi da un acquazzone improvviso con intensità e durata più lunghe di quanto la giacca possa sopportare, si pedala con la consapevolezza che una volta rientrati a casa c’è una doccia calda ad aspettarci.

Per i cicloturisti la scelta del capo migliore è sempre complicata. In questi casi, vanno menzionati i problemi legati all’ingombro: si avranno già le borse sulla bicicletta in cui, inevitabilmente, si deve dedicare dello spazio per i vestiti in caso di maltempo. Premesso che se pedaliamo tutto il giorno sotto piogge battenti è davvero difficile arrivare alla sera asciutti anche con il miglior tessuto. La scelta deve tener conto sia dell’impermeabilità sia della traspirabilità, in caso contrario ci troveremo ad essere bagnati per l’umidità prodotta dal corpo “rinchiuso” da tessuti poco traspiranti. Bisognerà quindi scegliere tessuti molto tecnici, orientando la scelta verso una giacca con le aperture sotto le braccia e dei pantaloni con le aperture sui lati per consentire, nei momenti in cui la pioggia è meno battente, un ricambio d’aria all’interno.

Photo by Jan Kopřiva on Unsplash

E il poncho? Finora abbiamo parlato solo delle giacche perché sono la soluzione più frequente, ma per i ciclisti urbani o per i cicloviaggiatori si può considerare anche l’uso di un poncho che ha il grande pregio di essere molto traspirante per la sua caratteristica intriseca che lascia entrare l’aria dai grandi spazi aperti. I modelli per proteggersi dalla pioggia in bici, infatti, si appoggiano sulla schiena e sulla testa (generalmente sono dotati di cappuccio) e si attaccano al manubrio con delle cinghie in velcro. In questo modo le gambe sono sì protette, ma libere di respirare così come la parte anteriore del busto. Il poncho, però, ha due difetti principali: il primo è che, se insieme alla pioggia il meteo prevede vento, l’areodinamicità è davvero molto compromessa (ecco perché se ne sconsiglia l’uso per uscite giornaliere). Il secondo difetto riguarda le biciclette senza parafango anteriore: la gomma, soprattutto se tassellata, rischia di alzare l’acqua da terra e scaricarla sotto al poncho sulle gambe e sul busto del ciclista. A questo problema si può ovviare indossando dei pantaloni e un gilet impermeabili.

Foto di Hans-Peter Dorn da Pixabay

Anche (e soprattutto) le estremità del corpo necessitano di essere protette e restare asciutte: qui le differenze tra le varie tipologie di ciclisti si assottigliano.

Per le mani un paio di guanti impermeabili, magari imbottiti nei mesi più freddi, è la soluzione ideale per tutti i pedalatori. Mentre per i piedi c’è un maggior ventaglio di soluzioni. C’è chi preferisce usare dei calzini impermeabili: i piedi restano al caldo e all’asciutto, ma le scarpe si bagnano. La soluzione maggiormente usata è costituita dai copriscarpe che variano a seconda delle necessità: chi vuole dare più attenzione all’areodinamicità sceglierà dei copriscarpe aderenti che rischiano di rompersi se non sono della misura giusta, ma occupano pochissimo spazio. Per coloro invece che non hanno problemi di ingombro la scelta può ricadere su copriscarpe in tessuto tecnico più ampi sulla calzatura. In ogni caso, per i ciclisti che hanno le tacchette sotto le scarpe, ogni tipo di copriscarpe lascia spazio per agganciarle ai pedali.

Come per la testa, anche per mani e piedi c’è il “rimedio della nonna” che si può adottare in caso di emergenza. Indossare dei sacchetti di plastica tra calze e scarpe o dei guanti in plastica (per esempio quelli della frutta che si trovano al supermercato o quelli da cucina) significa avere piedi e mani asciutti, ma cotti dall’umidità corporea: è una soluzione che può essere adottata per breve tempo.

Al riparo dalla pioggia sotto la tettoia

Prima di concludere, riteniamo opportuno sconsigliare l’uso dell’ombrello per proteggersi dalla pioggia in bici, perché compromette la stabilità della bici in quanto risente molto del vento e constringe a tenere una sola mano sul manubrio. Sarebbe, invece, buona abitudine indossare capi catarinfrangenti, siano essi i capi impermeabili stessi o delle bretelle/gilet aggiuntivi: con la pioggia la visibilità diminuisce e rendersi ben visibili agli automobilisti è sempre necessario.

In definitiva possiamo affermare che proteggersi dalla pioggia è possibile e usare la bicicletta nei mesi più piovosi non è più così spaventoso se ci vestiamo in modo adeguato.


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