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Pedali per viaggiare: quali scegliere?

Pedali flat, a sgancio rapido, magnetici o dual function: le possibilità sono molte. Analizzando pregi e difetti di ogni tipologia ne individuiamo l’utilizzo migliore

Scritto il
da Martina Tremolada

I pedali sono uno dei componenti su cui molti cicloviaggiatori si arrovellano. Insieme al manubrio e alla sella, rappresentano uno dei punti di contatto tra il ciclista e la bicicletta pertanto occorre prestare attenzione alle scelte che si attuano.

Il mercato propone diverse alternative, ognuna con le sue caratteristiche e le sue declinazioni per i vari tipi di ciclisti. Analizzandone singolarmente i pregi e i difetti, cerchiamo di capire quali sono i pedali più adatti per i cicloviaggiatori.

Un tratto di salita gravel, foto di Francesco – Life in Travel

Indice

  • Pedali flat: piede libero da qualsiasi aggancio
  • Pedali a sgancio rapido: piede legato alla bicicletta
  • Gli attacchi da MTB
  • Gli attacchi da bici da corsa
  • Le altre possibili scelte: i pedali magnetici e i pedali dual function
  • La new entry: i pedali magnetici
  • La soluzione ibrida: i pedali dual function
  • Quindi, quali sono i migliori?

Pedali flat: piede libero da qualsiasi aggancio

I classici pedali senza attacchi, con cui tutti abbiamo pedalato in numerose occasioni, permettono di lasciare il piede libero e poterlo appoggiare per terra in modo comodo e veloce in ogni situazione.

Ciclista con pedali flat. Photo by Edo Danilyan on Unsplash

Uno dei vantaggi di questi pedali è che possono essere usati con qualsiasi tipo di scarpa. Non è necessario avere suole con particolari caratteristiche, anche se per ridurre la dispersione di energia durante la pedalata si consiglia l’utilizzo di una scarpa con una struttura leggermente rigida. In questo modo tutta la potenza del movimento viene scaricata sul pedale senza che la pianta del piede si fletta. Bisogna notare che può risultare importante avere una mescola morbida e una suola piatta per cercare di aver maggior grip.

Un secondo vantaggio considerevole per coloro che viaggiano è che con i pedali flat si riducono i possibili inconvenienti: o sporco non sarà un problema e i problemi meccanici possono riguardare solo il perno di attacco tra pedale e pedivella.

La libertà di movimento dei pedali flat. Photo by Igor Lypnytskyi on Unsplash

Il principale difetto è che il movimento di pedalata rischia di perdere fluidità ed essere più faticoso, soprattutto in caso di stanchezza o nei tratti in salita. La muscolatura delle due gambe lavora alternativamente essendo impiegata solo in fase di spinta: se la destra è impegnata a spingere, la sinistra sarà in fase di scarico.

Inoltre, non avendo una posizione predefinita di appoggio, c’è il rischio di assumere una postura non corretta e ripetere il movimento di pedalata in modo sbagliato perdendo potenza e danneggiando le articolazioni (questo rimane un problema che si presenta dopo molto tempo passato nella posizione scorretta).

Pedali flat da MTB. Photo by Mountainmaurice on Pixabay

All’interno della categoria flat, i vari modelli si distinguono per peso, dimensioni e forma.

Avendo come obiettivo quello di trovare un pedale adatto a viaggiare, il peso generalmente risulta irrilevante: la bici sarà già carica di tutto il necessario e non sarà certo una manciata di grammi sui pedali a fare la differenza.

Dimensioni e forma risultano più rilevanti. È sempre meglio cercare un pedale con superficie d’appoggio più ampia possibile – in relazione anche alla grandezza delle scarpe – per avere maggior stabilità e comodità. Anche il la forma del pedale è un aspetto da considerare: una concavità più accentuata, con una differenza rilevante tra il perno e il centro del pedale, aiuta l’appoggio del piede e facilita l’equilibrio del ciclista.

Pedali flat più classici. Photo by Giorgio Trovato on Unsplash

Per quanto riguarda il profilo – può sembrare un’ovvietà – è bene sottolineare che un pedale più sottile è preferibile rispetto ad uno più spesso. Avere sotto alla suola un pedale fine permette di ridurre il rischio di contatti con pietre, marciapiedi o altri ostacoli.

Infine, un’altra caratteristica da valutare è la presenza di pioli o sporgenze sulla superficie del pedale. Un pedale completamente liscio risulta scivoloso, mentre un pedale con molti pin potrebbe risultare pericoloso nel caso di scivolate se colpisce la tibia. Occorre quindi cercare il giusto equilibrio tra stabilità dell’appoggio e protezione della gamba in caso di urti.

Solitamente i pedali con i pin (sporgenze in metallo) vengono usati dai mountainbikers, o meglio ancora da chi pratica enduro, perché si pedala molto in discesa necessitando quindi di un appoggio saldo combinato alla facilità e rapidità dell’appoggiare il piede a terra. Per arrivare ad un risultato ottimale, i riders abbinano i pedali flat con pin a scarpe specifiche dotate di piccoli fori sulla suola dove si incastrano le sporgenze del pedale e si riparano le tibie con le apposite protezioni imbottite in modo da non ferirsi in caso di perdita del pedale.

Pedali flat con pin in metallo. Phpto by TheArkow on Pixabay

In conclusione, dopo questa breve descrizione sulle caratteristiche dei pedali flat, potremmo affermare che possono essere considerati come una delle soluzioni possibili per chi cerca dei pedali comodi per viaggiare. Non essere obbligati a pedalare con una determinata scarpa è sicuramente un vantaggio che permette di scegliere in base al clima e alla giornata se indossare, per esempio, i sandali o le sneakers. Dall’altro lato, può risultare penalizzante affrontare delle salite con il peso della bici carica mossa quasi esclusivamente dall’unica gamba in fase di spinta.

Ciclista urbano. Photo by Adhilwaid on Pixabay

Pedali a sgancio rapido: piede legato alla bicicletta

Il mondo dei pedali a sgancio rapido, nati all’inizio degli anni ’80, oggi si divide principalmente tra due tipi: gli attacchi cosiddetti da MTB (o SPD, Shimano Pedaling Dynamics) e gli attacchi da bici da corsa (o Look dal nome del brand “capostipite” della loro commercializzazione). Ve ne è poi un terzo tipo, gli attacchi magnetici, che stanno cominciando a fare il loro ingresso sul mercato in questi anni.

Cicloviaggiatore su strada gravel. Photo by Dmitrii Vacciniumon Unsplash

Prima di addentrarci nella disamina delle caratteristiche di ogni tipo di attacco, occorre analizzare i benefici e gli svantaggi di avere il piede attaccato ai pedali.

Specularmente a quanto esposto per i pedali flat appoggiare il piede sempre nella stessa posizione aiuta a mantenere la giusta posizione in sella. Soprattutto, il vantaggio principale di avere il piede fissato alla bicicletta consiste nella migliore trasmissione di potenza del movimento. Il vincolo creato dall’attacco contribuisce ad ottimizzare la pedalata e a far lavorare in modo continuativo entrambe le gambe. Non si sfrutterà quindi solo la fase di spinta, ma anche nella fase di risalita del pedale si può contribuire alla pedalata aiutando la gamba che spinge. Questo risulta rilevante soprattutto nelle salite ripide o sconnesse.

Ciclista in bici da corsa. Photo by Sebastian Graser on Unsplash

Infine, essere agganciati permette di avere un buon feeling con la bicicletta e considerarsi parte di essa. Proprio questo, però, è il timore di molti, soprattutto dei neofiti che spesso sono restii a vincolarsi con i pedali per il timore di cadere. Ora, bisogna ammettere che il rischio di caduta è sempre dietro l’angolo – o meglio, ad ogni semaforo – però, con l’esperienza la nostra mente si abituerà a ruotare il piede per sganciarlo al punto che diventerà un automatismo di cui non ci accorgeremo nemmeno.

Bisogna dotarsi di scarpe adatte ed essere vincolati a indossarle, prendendo in considerazione l’eventualità che in viaggio potrebbe servire un secondo paio di calzature da indossare nei momenti di riposo. L’ingombro del bagaglio rischia quindi di aumentare e con esso il peso delle borse.

Gruppo I cicloviaggiatori su strade secondarie. Photo by Antranias on Pixabay

Vediamo ora le differenze tra i vari tipi di attacchi per capire quale potrebbe essere la soluzione migliore per i cicloturisti.

Gli attacchi da MTB

Pedali con attacchi MTB

Gli attacchi da MTB sono molto utilizzati anche da chi monta in sella a biciclette gravel. Sono fatti in metallo, ma non hanno pesi eccessivi (per quanto, sembra il caso di sottolinearlo, ai cicloturisti solitamente non interessano i grammi) per le loro dimensioni ridotte, questo però porta ad una minore superficie di appoggio.

I pedali SPD offrono possibilità di aggancio su entrambe le facce (superiore e inferiore), risultando quindi estremamente semplici e veloci nell’utilizzo. Infatti per vincolare il piede al pedale basterà fare pressione nel punto giusto senza preoccuparsi di inserire prima la punta. Questa è una caratteristica importante, per esempio, quando ci si trova su terreni sconnessi o nel traffico cittadino dove, anche chi non ha grande esperienza, è pronto a ripartire velocemente.

Considerandone un uso in viaggio o fuoristrada, un’altra caratteristica rilevante di questo tipo di attacchi è che non perdono di funzionalità nemmeno in caso di sporco, moderato s’intende.

Scarpe con tacchette per attacchi MTB

Le tacchette da applicare sulle scarpe solitamente rientrano nella suola consentendo così una camminata fluida e comoda. Questo aspetto assume notevole importanza soprattutto per i cicloviaggiatori che visitano le città o i paesi sul percorso. Si può comodamente passeggiare, anche per distanze medio-lughe, senza timore di rovinare le tacchette e senza assumere scomode (e buffe) andature. Inoltre, i due fori presenti sulla suola delle scarpe, permettono di regolare le tacchette con un ampio range di escursione.

cicloviaggiatore su strade sconnesse con attacchi MTB. Photo by Dmitrii Vacciniumon Unsplash

Il difetto di questi attacchi è la poca stabilità. Avendo solo due punti di ancoraggio, il ciclista avverte molta rotazione sia sull’asse verticale sia orizzontale. Inoltre la minor superficie d’appoggio può risultare scomoda.

Sicuramente non sono attacchi per coloro che cercano la prestazione, ma sono attacchi che ben si addicono ai cicloviaggiatori che macinano chilometri e dislivello su qualsiasi tipo di terreno.

Gli attacchi da bici da corsa

Pedali con attacchi da bici da corsa

Come suggerisce il nome, gli attacchi da BdC (bici da corsa) sono molto utilizzati dagli stradisti. A differenza dei fratelli da MTB, questo tipo di attacco non è altrettanto versatile. Vediamone le caratteristiche cercando di individuare vantaggi e svantaggi.

Gli attacchi da BdC sono molto leggeri nonostante l’ampia superficie d’appoggio grazie al loro materiale: sono in plastica o, addirittura, in carbonio.

La caratteristica principale, che risulta evidente anche a prima vista, è la possibilità di aggancio su un lato solo. In questo modo si favorisce l’areodinamicità, ma si allunga leggermente il tempo di aggancio in quando occorre cercare il lato giusto. A rendere la sistemazione del piede ancora leggermente più macchinosa è il fatto che bisogna prima inserire la punta e poi scendere con il tallone.

Le tre estremità delle tacchette all’altezza del metatarso consentono un fissaggio del piede saldo e stabile, senza avvertire rotazioni.

Scarpe con tacchette per pedali con attacchi da bici da corsa

Per la loro specificità, i pedali da BdC richiedono che si presti attenzione al modello della scarpa e al modello dell’attacco scelti. Questi devono compatibili: alcuni attacchi richiedono due fori di entrata nella suola della scarpa, altri ne richiedono tre. In ogni caso, data la dimensione più grande delle tacchette, vi è meno range di regolazione per trovare la posizione giusta per ogni ciclista.

Ancora, non bisogna sottovalutare il fatto che le tacchette sono applicate esternamente sulla suola, estremamente rigida, delle scarpe costringendo il ciclista ad una camminata difficoltosa. Passeggiare smette di essere un piacere e inoltre si corre il rischio di rovinare la plastica delle tacchette. Quest’ultimo problema può essere risolto dotandosi della copertura apposita.

Infine, occorre tenere molto pulito sia il pedale che la scarpa per consentire agli attacchi il giusto funzionamento.

ciclista da strada in azione. Photo by Yomex Owo on Unsplash

In conclusione possiamo affermare che questi attacchi sono perfetti per i ciclisti che cercano la performance e scendono raramente dalla bici, ma non possono essere considerati per i cicloturisti che viaggiano in modo lento e rilassato.

Le altre possibili scelte: i pedali magnetici e i dual fuction.

La new entry: i pedali magnetici

La tipologia più giovane di pedali, comparsi sul mercato solo di recente, i pedali magnetici sono una novità che cerca di unire i vantaggi dei flat con quelli dei pedali a sgancio a rapido.

Pedali magnetici

Il sistema di ancoraggio del piede al pedale è molto semplice: al centro della larga pedivella c’è un magnete che fa coppia con il suo opposto montato sulla scarpa.

Come per gli attacchi da MTB, la placchetta metallica rientra nello spessore della suola: la camminata rimane comoda e protegge il magnete.

Il singolo pedale è dotato di diversi livelli di forza dell’aggancio consentendone la regolazione in base al peso e alle esigenze del ciclista. Questo permette anche a coloro che provano per le prime volte la sensazione di avere il piede agganciato al pedale di sentirsi sicuri e avere la possibilità di appoggiarsi a terra con facilità. Non occorre, inoltre, ruotare il piede verso l’esterno, ma è sufficiente tirare verso l’alto e il piede sarà libero.

La forza magnetica aiuta la fluidità della pedalata e permette di sfruttare la potenza di entrambe le gambe in modo continuativo.

Pedali e scarpe magnetici

Un vantaggio ulteriore rispetto ai fratelli a sgancio rapido, è che i pedali magnetici ben sopportano lo sporco: non sono presenti parti meccaniche dove lo sporco potrebbe infilarsi limitandone il meccanismo. Di conseguenza, anche la manutenzione è pressoché nulla.

La superficie d’appoggio è molto ampia, come per i pedali flat, garantendo stabilità e comodità a dispetto del peso che aumenta leggermente.

Insomma, sembrerebbe che i pedali magnetici siano la soluzione perfetta per combinare i vantaggi degli attacchi da MTB con la libertà dei flat. L’unico aspetto che potrebbe disincentivare all’acquisto è l’elevato costo.

I pedali magnetici in definitiva sono molto versatili: sono apprezzati dai mountainbikers e dai cicloviaggiatori. Gli unici a rimanere scontenti sono gli stradisti e coloro che cercano le performance.

Cicloviaggiatori. Photo by Mark Stosberg on Unsplash

La soluzione ibrida: i pedali dual function

La classica via di mezzo old school che permette di non prendere una vera posizione nell’intricata questione relativa ad avere il piede libero o vincolato, i pedali dual function sono l’unione dei pedali flat con gli attacchi da MTB.

Pedali dual function

Si presentano come dei pedali flat, con ampia superficie d’appoggio e talvolta con delle sporgenze metalliche che permettono di non scivolare. Su una delle due facce è presente l’attacco SPD che permette di sfruttarne i vantaggi: ottimizzazione della pedalata, corretta posizione in sella e camminata naturale.

La fase di partenza potrebbe risultare macchinosa perché occorre prestare attenzione e mettere il piede sul lato giusto del pedale in base alla scarpa che si indossa, ma questo non è un limite insormontabile. Basterà alzare il piede durante la pedalata per trovare l’aggancio in caso si indossino le scarpe con attacchi o per appoggiarsi comodamente sul lato flat qualora ci si trovasse a pedalare con le scarpe da ginnastica o i sandali.

Allo stesso modo, se si incontrassero dei tratti di discesa su sterrato particolarmente scoscesi o se ci si dovesse destreggiare nel traffico cittadino, si può sganciare il piede e continuare a pedalare normalmente appoggiando la scarpa con l’attacco sulla parte flat. Sicuramente il grip non sarà dei migliori, ma grazie alla tacchetta rientrante non ci saranno problemi a percorre dei tratti con il piede libero.

Pedale dual con scarpa molto rigida. Photo by Pasja on Pixabay

I pedali dual function non possono di certo dirsi la soluzione più leggera, anzi risultano abbastanza pesanti. Per i cicloviaggiatori, però, questo aspetto non dovrebbe essere la prima preoccupazione.

In conclusione, possiamo affermare che i pedali dual function possono essere una buona soluzione per i cicloviaggiatori in quanto permettono di avere sia libertà di movimento sia la giusta trasmissione di potenza necessaria per scalare le salite a bici carica o per non perdere il feeling con la bicicletta sugli sterrati.

Difficilmente incontreranno l’entusiasmo dei mountainbikers e ancor più difficilmente otterranno approvazione dagli stradisti che rimangono interdetti dalla mancanza di aerodinamicità e leggerezza.

Cicloviaggiatore sulle strade finlandesi

Quindi, quali sono i migliori?

Impossibile rispondere in assoluto con una tipologia migliore delle altre. Come abbiamo visto tutte hanno i loro vantaggi e qualche difetto. Bisognerà scegliere i pedali in base all’attività per cui si usa la bicicletta. Per i cicloturisti sono da escludere gli attacchi look (a meno che non si faccia ultracycling, che comunque sarebbe difficile far rientrare nella grande famiglia del cicloturismo), ma tutte le altre tipologie possono essere adatte. Ci sentiamo di consigliare i pedali con l’attacco MTB o il pedale dual function perché sono i più versatili che, con un prezzo contenuto, riescono a garantire un’ottima resa. Resta comunque una scelta davvero personale in base alla comodità e al modo di viaggiare.


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