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I quattro maggiori laghi lombardi in bicicletta

Lago di Garda, lago Maggiore, lago di Como e lago d’Iseo sono i quattro grandi laghi lombardi e pedalare lungo le loro sponde regala panorami maestosi. Vediamo nel dettaglio il periplo di ogni bacino d’acqua

Scritto il
da Martina Tremolada

Gli itinerari che si sviluppano lungo le sponde dei laghi sono spesso amati da una grande varietà di ciclisti perché danno soddisfazioni sia a chi ama percorrere lunghe distanze con la bici da strada, sia a coloro che vogliono godersi una giornata all’aria aperta in mezzo alla natura. Con decine di laghi disseminati per la maggior parte nelle zone montane e pedemontane, la Lombardia è una delle regioni italiane col patrimonio lacustre più vario e numeroso. I laghi lombardi sono noti per il patrimonio artistico e i paesaggi mozzafiato. Sono infatti conche prealpine, scavate dalla lenta e incessante azione erosiva dei ghiacciai.

Vediamo i percorsi che si snodano sulle coste dei quattro maggiori laghi lombardi.

Lago di Garda: 142 km, 960 m d+

Il lago di Garda con i suoi 370 km2 è lo specchio d’acqua più grande d’Italia. Le sue coste, che si dividono tra Lombardia e Veneto, a nord sono scoscese per addolcirsi in modo progressivo nella zona meridionale dove il lago diventa più largo.

Pedalare lungo le sponde del lago significa percorrere 142 km con 900 metri di dislivello positivo.

L’itinerario è, quindi, percorribile in giornata dai più allenati oppure può essere diviso in due parti ed essere completato in due o più giorni fermandosi a dormire in una delle numerose strutture ricettive sul percorso.

Si consiglia di pedalare in senso orario per avere sempre le sponde del lago sulla destra e potersi godere il panorama, ma anche per usufruire dei percorsi ciclabili ove presenti.

Riva del Garda. Photo by Karsten Würth on Unsplash.

L’itinerario è privo di salite importanti, si affrontano piccoli tratti con dislivelli sempre morbidi.

Una delle caratteristiche del percorso è l’alta frequenza delle gallerie: occorre essere equipaggiati con luci adatte e giacche riflettenti.

Il percorso si snoda principalmente su strade asfaltate, sono molto rari i tratti sterrati o lastricati. Per questo è adatto alle bici da corsa o gravel con copertoni poco aggressivi.

I tratti di pista ciclabile scarseggiano, rendendo l’intero giro poco adatto alle famiglie con bambini. In alcuni tratti, però, è possibile pedalare in tranquillità e sicurezza su sede protetta, come per esempio per gran parte della costa est fino a Peschiera del Garda. Degni di nota sono anche i 7 chilometri di ciclabile sospesa a Limone sul Garda: una passerella affacciata sulle acque del lago famosa anche oltre confine.

La ciclabile sospesa di Limone sul Garda. Photo by Luca Cassani on Unsplash.

Il vento, grande antagonista dei ciclisti, è protagonista sulle sponde del lago di Garda. Infatti vi sono due correnti predominanti che soffiano a momenti alterni per tutto il corso della giornata.

Il Peler si alza nelle prime ore della notte per calare in tarda mattinata (verso le 11-12) e soffia da nord verso sud. L’Ora, al contrario, comincia a muovere le foglie degli alberi a mezzogiorno per scemare in serata e soffia da sud verso nord.

Per evitare, quindi, di pedalare controvento si suggerisce di partire da Riva del Garda (a nord del lago) in mattinata in modo da avere sempre il vento a favore se si percorre il giro in senso orario.

Il castello di Sirmione. Foto di Gianni Crestani da Pixabay

L’itinerario sul lago di Garda è affascinante perché offre una notevole varietà paesaggistica: dallo scenario montano del nord si passa alle colline moreniche per arrivare alle zone pianeggianti delle coste meridionali.

Inoltre, pedalare sulle rive del lago di Garda significa avere la possibilità di visitare i numerosi e suggestivi borghi che si incontrano sul percorso. La zona è abitata sin al paleolitico e caratterizzata poi da una forte impronta romana. Su tutti si può prendere come esempio il Castello Scagliero, che a Sirmione si staglia sulle acque del lago.

Lago Maggiore: 170 km, 1240 m d+

Contrariamente a quanto si può pensare, il lago Maggiore con i suoi 212 km2 è il secondo lago italiano per estensione. Si estende tra Lombardia, Piemonte e canton Ticino ed è caratterizzato dalla presenza delle suggestive isole Borromee: un arcipelago composto da Isola Madre, Isola Bella, Isola dei Pescatori, Isolino di San Giovanni e Scoglio della Malghera. I giardini curati che circondano gli splendidi palazzi delle isole sono visitabili con un breve viaggio in traghetto da Stresa.

Sulle sponde del lago Maggiore, a Verbania. Foto di Martina Tremolada

L’itinerario che prevede di pedalare lungo le coste del lago Maggiore conta 170 km di lunghezza e 1240 m di dislivello positivo. Sono numeri che possono impressionare, ma le salite non sono mai ripide e il dislivello è ben distribuito lungo tutto il percorso con dolci saliscendi. Per i più allenati rimane un giro pedalabile in giornata, altrimenti si può dividere l’itinerario in più giorni appoggiandosi alle numerose strutture lungo il percorso oppure si può fare affidamento sui numerosi traghetti che collegano i vari paesi.

L’itinerario è per lo più asfaltato, si consiglia quindi l’utilizzo di bici da corsa o gravel con copertoni adeguati. Nonostante i tratti ciclabili sono in aumento negli ultimi anni, la maggior parte del percorso è su sede condivisa con le macchine e gli altri mezzi a motore. Si raccomanda quindi particolare prudenza.

Pedalando a Pallanza. Foto di Francesco Gozzelino

La partenza da Sesto Calende permette l’avvicinamento in treno sia per chi arriva dal Piemonte sia per i Lombardi. Percorrendo il giro in senso orario, così da avere lo specchio d’acqua alla nostra destra e poterne ammirare i colori, si sarà poco riparati dal sole. Se si pedala nei mesi più caldi è possibile pedalare in senso antiorario per seguire il movimento del sole e approfittare dell’ombra degli alberi, a discapito però di intravedere il lago tra le macchine della corsia opposta. In ogni caso, percorrendo le coste del lago Maggiore in bicicletta si incontrano numerose spiagge o prati dove è possibile fermarsi per un tuffo rinfrescante e un momento di relax.

Dopo pochi chilometri si giunge a Meina dove la strada con un susseguirsi di curve conduce a Lesa tra imponenti ville d’epoca per poi arrivare a Stresa con i suoi lussuosi hotel. Ancora qualche colpo di pedale e si attraversa la zona di Baveno, sopra il quale sono evidentissime le cave di marmo da cui hanno estratto anche le pietre per costruire il Duomo di Milano.

Giunti sulla costa nord del lago si sconfina in Svizzera, pertanto è necessario ricordarsi il documento d’identità (che in ogni caso bisognerebbe sempre avere con sé quando si esce in bici per essere preparati in caso di infortuni).

Seguendo dapprima il percorso della Valle Maggia e successivamente il percorso Pedemontano, si torna in Italia sulle sponde lombarde del lago passando da Luino e Varese per tornare poi al punto di partenza.

Il porticciolo di Feriolo. Foto di Martina Tremolada.

Non bisogna dimenticare che per gli amanti del gravel c’è la ciclabile del Toce che con il suo sterrato compatto da Gravellona Toce risale la corrente del fiume. Con una piccola deviazione, si può arrivare sulle sponde del lago di Mergozzo, caratteristico per le sue acque limpide che non permettono la navigazione alle imbarcazioni a motore. Inoltre è sono da segnalare gli itinerari per gli amanti del downhill: da Stresa si raggiunge il Mottarone con la funivia che porta a 1491 m slm da cui partono divertenti tracciati, tutti in discesa, di diverse difficoltà e lunghezze (dai 2 ai 4 km).

Lago di Como: 162 km, 1430 m d+

Il lago di Como con i suoi 150 km2 è il terzo per superficie tra i paghi italiani, ma è il bacino più profondo d’Italia e quello con il maggior sviluppo costiero. La sua tipica forma con i due rami che si uniscono a nord, permette di ammirare paesaggi affascinanti.

Non mancano certo i riferimenti storico-culturali. Il lago di Como ha ispirato celebri opere letterarie tra cui “I promessi sposi” ed è stato protagonista di un importante movimento di resistenza longobarda in epoca post-romana.

Como. Photo by Daniele Salutari on Unsplash

Il periplo del lago di Como prevede 162 km con 1430 m d+ in sede prevalentemente asfaltata quindi affrontabili con una bici da corsa o una gravel. Come per gli altri due laghi, l’intero itinerario si può pedalare in giornata oppure può essere suddiviso in più tappe fermandosi a dormire nei numerosi borghi sulle sponde del lago.

Il dislivello totale è significativo, ma ben distribuito sul percorso, infatti la quota massima è poco superiore ai 300 m slm. Questo, insieme al clima mite tipico delle zone lacustri, rende questo percorso un ottimo allenamento invernale per evitare di affrontare le elevate altitudini delle zone montane o la nebbia e l’umidità tipiche della pianura padana.

Sul percorso sono presenti diverse gallerie, alcune sono evitabili grazie alle strade ciclo pedali che vi passano accanto, ma altre sono passaggi obbligati quindi è bene dotarsi di luci e giacchino catarifrangente.

Varenna. Foto di Angelika da Pixabay

Partendo da Como e procedendo in senso orario, si attraversano subito dei pittoreschi paesini come Carate Urio e Laglio, che sembrano presepi. La strada che li collega in alcuni tratti è resa ciclabile.

Si prosegue ai piedi della spettacolare valle d’Intelvi per passare da Ossuccio con il suo tipico campanile romanico e dal quale si può deviare per una visita al Santuario Madonna del Soccorso, patrimonio Unesco.

Proseguendo verso nord si attraversa Dongo, dove è stato arrestato Mussolini e si passano i famosi centri di Menaggio e Gravedona. Appena arrivati sulla costa orientale del lago, si passa da Colico incrociando la ciclabile Valchiavenna e il sentiero Valtellina (che meritano sicuramente di essere pedalati).

Procedendo in direzione sud, una breve sosta va dedicata all’Orrido di Bellano: una gola naturale creata 15 milioni di anni fa dall’erosione del torrente Pioverna e del Ghiacciaio dell’Adda. Il canyon è visitabile grazie alle passerelle ancorate alle pareti a picco sull’acqua.

Passato il colorato centro di Varenna, si giunge a Lecco dopo aver pedalato i due chilometri meno piacevoli dell’intero percorso, ad Abbadia Lariana. La strada si allarga diventano a due corsie per senso di marcia, le auto sfrecciano veloci e si è costretti a pedalare a bordo strada in fila indiana (questo passaggio è spesso sconsigliato alle bici, ma non è vietato. Occorre prestare molta attenzione oppure arrampicarsi sulla montagna per poi scendere alla fine dello stradone).

Lecco. Foto di Stefano Ferrario da Pixabay

Per tornare a Como seguendo le coste del lago, si pedala all’interno dei due rami raggiungendo Bellagio: tipico borgo affacciato a picco sul lago famoso per le stradine lastricate, gli edifici eleganti e il Parco di Villa Serbelloni, un giardino terrazzato del XVIII secolo con vista sul lago.

Negli ultimi trenta chilometri che separano Bellagio e Como si alternano numerosi saliscendi per oltre 400 m di dislivello positivo.

Un’alternativa al percorso che costeggia il lago anche sulla parte interna dei due rami è passare più a sud costeggiando i laghi minori di Annone, Pusiano, Alserio e Montorfano. È sicuramente una strada più corta (da Lecco a Como sono circa 30 km con 340 m d+ anziché circa 50 km con 800 m d+), ma non meno suggestiva.

Lago d’Iseo: 67 km, 560 m d+

Il lago d’Iseo, situato al fondo della Val Camonica tra le province di Bergamo e Brescia, è il più piccolo dei grandi laghi lombardi. La sua superficie, infatti, si estende per 65 km2. Le sue coste sono molto ripide nella parte settentrionale e occidentale, mentre si addolciscono nella parte meridionale.

È caratterizzato dalla presenza di Monte Isola al suo interno: l’isola lacustre di maggior altitudine e dimensione in Italia. Insieme ad essa si trovano le isole di Loreto e San Paolo, di dimensioni decisamente più ridotte.

Pedalando sul lago d’Iseo con il Trentapassi all’orizzonte. Foto di Francsesco Gozzelino.

Un buon punto di partenza per il giro, in senso orario, del lago d’Iseo in bicicletta è la cittadina che dà il nome al lago: Iseo, che si trova in Franciacorta quindi al termine del giro ci si può rilassare sorseggiando un buon calice di vino. Qui arriva il treno e si cominciano ad affrontare i 67 km con 560 m d+ pedalando subito al confine con la Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino.

L’itinerario è prevalentemente asfaltato, adatto a bici da corsa e gravel. Come sugli altri laghi, le strade ciclabili scarseggiano e le gallerie sono frequenti: talvolta vi è l’alternativa esterna, ma per i tratti in cui è obbligatorio entrare in galleria si raccomanda prudenza e di usare le luci.

Panorama del lago d’Iseo. Foto di evondue da Pixabay

Si pedala inizialmente sul percorso n° 1 della Franciacorta per proseguire poi sul percorso n° 3 arrivando a Paratico, l’ultimo paese in provincia di Brescia.

L’itinerario prosegue sulla sponda ovest del lago attraversando Sarnico con la sua simbolica torre medievale. Arrivati a Riva di Solto si può ammirare la sagoma del Trentapassi che svetta maestosa sulle acque del lago e poco dopo il borgo ci si può fermare per un tuffo sulle sponde dell’iconica baia del Bögn di Zorzino.

Si continua a pedalare in direzione nord verso Lovere che nel 2003 è entrato a far parte dei borghi più belli d’Italia. Arrivati a nord del lago si lascia la provincia bergamasca per rientrare nel bresciano attraversando l’Oglio. Pedalando la costa orientale, nella zona di Toline si affronta il tratto con maggior salita: in 5 km si affrontano poco meno di 200 metri di dislivello positivo.

Il periplo del lago conduce nella località di Sale Marasino, ricca di storia. Qui infatti si trova villa Martinengo Portazzuolo, formata da un complesso di edifici costruiti sul finire del 1500 e considerata uno dei più importanti edifici storici del Sebino.

Il giro si conclude con una decina di chilometri privi di salite significative.

Riva di Solto. Foto di Francesco Gozzelino

Conclusioni

Pedalare lungo le coste dei laghi lombardi è soddisfacente non solo per i piacevoli dislivelli, ma anche perché consente di non guardare eccessivamente la strada sul navigatore, permettono ai ciclisti di godersi i magnifici panorami.

Il clima mite rende accessibili questi itinerari per la maggior parte dell’anno, in alta stagione estiva, però, occorre prestare attenzione al traffico visto che spesso ci si trova a pedalare sulla stessa strada percorsa dalle numerose macchine e moto.


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