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Come cominciare a viaggiare in bici: 5 suggerimenti utili

Che sia un’avventura di tanti giorni o la fuga di un week-end, vediamo insieme alcune conoscenze di base da tener presente prima di partire per un viaggio in bici

Scritto il
da Martina Tremolada

Il viaggio in bici regala molte emozioni uniche e indelebili. Salire per la prima volta in sella ad una bici carica potrebbe essere l’inizio di una modalità di viaggio a cui poi è difficile rinunciare. Prima di cominciare a pedalare in giro per le strade del mondo, può essere utile adottare qualche piccolo accorgimento.

Photo by Dmitriy Suponnikov on Unsplash

Scegliere l’itinerario in base all’allenamento

Se per le prestazioni sportive l’allenamento è indispensabile per arrivare pronti alla gara, per il viaggio in bici questo non è necessariamente vero. Nessuno infatti obbligherà i cicloturisti a percorrere una certa traccia entro un determinato tempo, ma si potranno scegliere sia l’itinerario sia le tempistiche.

Per quanto riguarda la strada da percorrere, si può affermare senza troppi dubbi che è questa la protagonista del viaggio piuttosto che la meta che raggiungeremo. Scegliere quale parte di mondo pedalare è sempre molto personale, è bene che ci sia una motivazione che ci sproni a saltare in sella e partire, non solo un “mi hanno detto che quella strada è bella”. I pareri di chi ha già pedalato sullo stesso percorso sono sicuramente fondamentali, ma suggeriamo di andare a leggerli avendo già le idee chiare sulla zona in cui si vuole pedalare.

Photo by Gemma Evans on Unsplash

La scelta migliore è un percorso con attrazioni che permettono di fare delle pause e non stancarsi di stare in sella. All’inizio, quindi, è meglio scegliere un itinerario bikefriendly: la presenza di ciclabili, strade riservate o percorsi sterrati adatti alle biciclette è sempre di grande aiuto per rilassarsi durante le pedalate e non dover stare sempre attenti alla guida (in alcuni casi spericolata) degli automobilisti.

Allungare l’itinerario di qualche chilometro per poter godere di un panorama mozzafiato o poter visitare qualche città non deve essere un ostacolo, anzi. Maggiori saranno i punti di interesse lungo il percorso, maggiore sarà la voglia di continuare a pedalare anche nei momenti più difficili.

Photo by Mael BALLAND on Unsplash

Si, i momenti difficili ci sono sempre. Bisogna saperli gestire conoscendosi e conoscendo chilometraggi e dislivelli. Ecco che qui entra in gioco il fattore allenamento: chi parte magari per le vacanze estive dopo un anno di sedentarietà alla scrivania, necessariamente si costruirà un viaggio differente da chi pedala costantemente anche in inverno. Questo non vuol dire che chi è meno allenato si deve privare della soddisfazione di un passo alpino, ma semplicemente che le prime tappe (specialmente quelle con alti dislivelli) saranno più brevi. Il mantra dei cicloviaggiatori che non cercano la prestazione, ma l’esperienza di un’avventura unica è “l’allenamento si fa viaggiando”. Non c’è nulla di più vero: sarà facile accorgersi anche in un viaggio breve di una settimana di quanto si è più allenati dopo qualche giorno di pedalate.

Foto di photosforyou da Pixabay

Conoscersi, inteso come conoscere il proprio fisico e la propria mente con i loro limiti, è fondamentale per capire quando continuare o quando fermarsi. Se non si riesce a completare la tappa prevista per un determinato giorno, non ci si deve scoraggiare. Se dopo aver provato a spingere un pochino oltre il primo segnale di fatica, si decide che non è il caso di proseguire, fermarsi prima o prendere un mezzo non è la vergogna assoluta, anzi denota un’ottima gestione delle proprie risorse. Il viaggio è pur sempre un piacere e un divertimento, quando questi vengono meno è giusto ascoltarsi e tirare la leva del freno.

In caso contrario il rischio è quello di arrivare a sera stremati, non avere più energie per i giorni seguenti ed essere costretti ad uno stop forzato di più giorni.

Foto di MissVip da Pixabay

Scegliere la modalità di viaggio

Un altro bivio a cui ci trova davanti prima di caricare la bici per partire è la scelta della modalità di viaggio. Innanzitutto occorrere decidere se dove trascorrere le notti. Se si sceglie di arrivare in struttura alla fine di ogni tappa, si avranno le comodità di un letto e della doccia tutte le sere, ma si pedalerà con l’incertezza di trovare una camera disponibile oppure si avranno tappe prestabilite dalla rigidità di avere prenotato tutti i pernottamenti prima di partire.

Al contrario, per i più avventurieri, trascorrere le notti in teda dà la possibilità di essere completamente liberi nel decidere quando fermarsi (con le solite accortezze nella scelta del posto dove piantare la tenda), ma bisognerà essere più “spartani” ed essere pronti ad accontentarsi di lavarsi in un corso d’acqua (con saponi bio, o meglio ancora, solo con l’acqua!) se e quando si trova.

Photo by 선인장 on Unsplash

Inoltre, se si decide di appoggiarsi a strutture come alberghi, rifugi o ostelli, generalmente si trova facilmente ciò di cui saziarsi per cena e colazione. Invece, se si sceglie di viaggiare in autonomia con la tenda bisognerà fermarsi a fare la spesa oppure fare attenzione a quale sarà l’ultimo bar/ristorante utile dove poter mangiare.

Queste scelte incidono inevitabilmente sulla mole di bagagli di cui si ha bisogno, insieme alla scelta della strada – sterrato o asfalto – e il chilometraggio medio che si vuole tenere, si dovrà scegliere la modalità di carico della bicicletta più adatta. Abbiamo affrontato le differenze tra assetto da cicloturismo classico e bikepacking (https://outdoortest.it/leterno-derby-borse-da-cicloturismo-o-da-bikepacking/), per i primi viaggi ci sentiamo di consigliare l’assetto da cicloturismo o l’assetto ibrido con due borse al portapacchi anteriore e qualche borsa da bikepacking.

Foto di Fernando Northpak da Pixabay

In generale, qualsiasi sia l’assetto scelto, è sempre meglio evitare di caricare tutta l’attrezzatura sulla ruota posteriore che verrebbe appesantita decisamente troppo e aumenterebbe le difficoltà della salita (sempre meglio spingere il peso sull’anteriore piuttosto che tirare quello sul posteriore). Come in tutte le cose, la scelta migliore sta nel mezzo: caricare solo l’anteriore peggiorerebbe molto la guidabilità della bici.

Vestirsi a strati

Per coloro che sono abituati a frequentare la montagna o, più in generale, le attività outdoor, questo è un suggerimento arcinoto. In bicicletta si è esposti a qualsiasi agente atmosferico e lo sforzo della pedalata varia in base alla pendenza della strada.

Risulta fondamentale il pantaloncino tecnico imbottito per essere comodi sul sellino e poterci stare molte ore, gli altri capi di abbigliamento sono rimessi alla libera scelta di ogni viaggiatore. Le magliette da ciclismo risultano sicuramente più comode in quanto dotate di taschine sulla schiena dove poter riporre qualche oggetto di rapido utilizzo come telefono o barrette; nulla vieta, però, di indossare le classiche magliette tecniche che si usano per correre o fare trekking. Il tessuto tecnico è in generale da preferire rispetto al cotone per le sue proprietà di traspirabilità e leggerezza.

Photo by Lorenzo Rui on Unsplash

Una volta stabilita la base dell’abbigliamento, gli strati aggiuntivi (anch’essi meglio se tecnici) dipendono esclusivamente dalla sensazione di ogni cicloviaggiatore. Può sicuramente aiutare avere una maglia mezzo peso a maniche lunghe, un micropile e una giacca anti vento per i viaggi più freddi.

Vestirsi a strati è la scelta migliore per svariati motivi: ogni capo di abbigliamento può avere diversi utilizzi e non si dovranno portare molti cambi, coprirsi e scoprirsi in base alla temperatura, altitudine e pendenza è facile e veloce consento la giusta termoregolazione corporea e la prontezza nel riporre nelle borse gli strati che non servono.

Photo by Mattia Cioni on Unsplash

Non bisogna dimenticarsi dei vestiti da pioggia: giacca impermeabile, con pantalone e copri scarpe possono consentire di continuare a pedalare anche sotto acquazzoni estivi o in giornate uggiose. I più “rivoluzionari” potranno optare per un “poncho da bici”, dotato di due asole per fissarlo al manubrio, il telo impermeabile consente un perfetto ricambio d’aria in cambio di ottimo riparo dalla pioggia. Ha un unico difetto: non avendo le maniche (come le giacche) crea un effetto vela perché dal polso alle spalle è come se si aprisse un’ala di tessuto. Questo può essere un vantaggio se si pedala con il vento alle spalle, ma in caso di vento contrario (come, per qualche oscuro motivo, accade quasi sempre a chi pedala) si dovrà fare un po’ di fatica in più. La scelta, ancora una volta, è personale.

Attenzione alla sicurezza e alle emergenze

Viaggiare sicuri è importante per non far diventare una splendida vacanza in una triste disavventura.

È fondamentale pedalare sempre con il casco della giusta taglia e ben allacciato. Non solo sulle strade condivise con i mezzi a motore, ma anche sulle strade sterrate o sui sentieri perché il rischio di cadere (fatti tutti gli scongiuri) c’è sempre. Per la nostra sicurezza sono importanti anche le luci sia anteriori che posteriori da accendere al calare del sole e in caso di pioggia o nebbia.

Oltre alla sicurezza del cicloturista, bisogna prestare attenzione a quella della bici: per questo può essere utile portare un lucchetto con cui assicurarla in occasione delle soste (è sempre meglio avere il nostro mezzo sempre a portata di vista, soprattutto se è carico).

Se si viaggia soli e in autonomia, uno dei momenti più temuti è la spesa al supermercato. In queste occasioni si può chiedere se è possibile lasciare la bici all’ingresso o vicino alle casse, se non è possibile la spesa diventerà una rapida corsa tra le corsie del supermercato. Chiaramente c’è differenza a seconda dei paesi e delle zone del mondo, chiedere di guardare la bici a qualcuno che il nostro istinto ci suggerisce essere affidabile, può essere una buona soluzione.

Infine, bisogna essere pronti a curare possibili ferite sia al cicloturista sia alla bicicletta. Suggeriamo quindi di dedicare un piccolo spazio del bagaglio al classico kit di primo soccorso con disinfettante, garze, bende e l’occorrente di base per piccoli infortuni (si può chiedere aiuto o confronto al proprio farmacista di fiducia). Per quanto riguarda la bici, occorre essere pronti ad affrontare le forature ed essere in grado di svolgere altre piccole azioni di meccanica di base come per esempio regolare i freni. Abbiamo parlato dell’occorrente per la meccanica di emergenza qui (https://outdoortest.it/cosa-portare-per-la-manutenzione-della-bici-demergenza/).

Salta in sella e parti!

L’ultimo suggerimento è il più semplice e forse anche banale, però spesso accade che si temporeggi troppo prima di partire. Ci si fa riempire la testa da tutti quei se e ma, dalle ansie e dalle paure, dal “chissà cosa può succedere” e tra quando si pensa la prima pedalata a quando effettivamente si spinge con il piede passa troppo tempo. Il nostro suggerimento è quello di non pensarci troppo, se il viaggio in bici ci attira, è bene dare spazio a questa curiosità e provare.

Foto di Julita da Pixabay

Tutto l’entusiasmo del primo viaggio in bici, non deve di certo soffocare la prudenza e la coscienza che sono indispensabili in qualsiasi tipo di viaggio o avventura nel mondo.

Insomma, è bene partire coscienziosi, ma con un pizzico di spensieratezza!


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