L’idea di metterci in sella per andare in bici con le mestruazioni può non essere così entusiasmante. I dolori addominali, i fastidi alla zona lombare e il mal di testa possono essere di grandi disincentivi, per non parlare della seduta in sella che potrebbe causarci irritazioni o fastidi.
Passando dalla teoria alla pratica, però, ci accorgiamo che pedalare durante il ciclo non è così difficile o doloroso come si può pensare. Tutte le donne appassionate di ciclismo hanno tentato di non rinunciare alle uscite in bicicletta nemmeno durante il periodo delle mestruazioni.
Le sensazioni e le conseguenti soluzioni sono molto personali, ma possiamo individuare qualche carattere generale.
Rischi e benefici di andare in bici con le mestruazioni
Innanzitutto possiamo affermare che non ci sono rischi concreti e certificati derivanti dall’utilizzo della bici con le mestruazioni. Viceversa, sono diversi i benefici che possiamo riscontare.
Per esempio, contrariamente a ciò che si può immaginare, il movimento delle gambe durante la pedalata aiuta a distendere e rilassare i muscoli addominali. Quindi, facendo un piccolo sforzo nel momento in cui iniziamo a pedalare, dopo poco ci accorgiamo che i dolori migliorano in modo naturale.
Inoltre, alcune donne durante il ciclo mestruale riscontrano la perdita di appetito e fare attività sportiva può sicuramente aiutare a mantenere un regime alimentare costante.
Aspetti di cui tenere conto per organizzarsi al meglio
Una volta deciso di affrontare quello sforzo iniziale, fisico e mentale, occorre trovare una soluzione per sentirci a proprio agio in sella e gestire al meglio le energie.
Innanzitutto, durante il ciclo mestruale, è bene mantenere una buona idratazione e, nei casi di attività più intensa, assumere costantemente degli integratori o dei sali minerali. In questo modo il nostro corpo può mantenere una riserva energetica sufficiente ad affrontare la pedalata. Il mio consiglio è quello di dotarsi di due borracce e aggiungere gli integratori in una, mentre nell’altra tenere l’acqua. Altrettanto efficace ritengo che possa essere dotarsi di una sacca idrica nel marsupio o nello zaino. In questo caso credo sia meglio tenere la sacca con l’acqua “semplice” e avere poi una borraccia con l’aggiunta di integratori.
Avere la doppia soluzione permette di dissetarsi a sufficienza e assumere gli integratori in modo costante per tutta la giornata.
Abbiamo parlato dell’idratazione negli sport qui.
Per quanto riguarda l’abbigliamento e la scelta dell’assorbente o equivalenti, occorre distinguere in base all’utilizzo della bici.
Se pedaliamo per affrontare piccoli spostamenti urbani, la scelta può essere ampiamente soggettiva e dipenda dalle abitudini di ognuna nella propria quotidianità.
Se affrontiamo uscite in bicicletta più lunghe, siano essere giornaliere o viaggi di più giorni, dobbiamo innanzitutto assicurarci di avere una buona sella. Questo aspetto andrebbe valutato sempre, a prescindere dalla presenza delle mestruazioni, per avere una posizione corretta e comoda senza che si creino infiammazioni o dolori.
In secondo luogo, occorre porre l’attenzione su due aspetti: sull’eventualità per cui siamo abituate a pedalare con il fondello e senza mutande e sul luogo in cui arriviamo al termine della pedalata. Questo secondo aspetto è rilevante per l’aspetto igienico; se stiamo affrontando un viaggio in tenda e a fine tappa campeggeremo in libertà in un prato avremo meno possibilità di lavare noi stesse e i nostri indumenti rispetto a chi fa ritorno a casa o si ferma in una struttura ricettiva.
Fissate queste doverose premesse, possiamo analizzare le varie soluzioni per affrontare le lunghe pedalate: sono più di quante si possa immaginare!
Soluzioni pratiche per andare in bici con le mestruazioni
Una delle alternative più frequenti è l’uso di assorbenti interni o coppette mestruali, in base alle proprie abitudini e alla possibilità di igienizzazione a fine tappa.
Sul mercato stanno anche comparendo i primi fondelli assorbenti. Questi possono essere una soluzione da considerare, a mio avviso, in occasione di pedalate giornaliere o viaggi in cui ci appoggiamo a strutture ricettive. In questo modo abbiamo possibilità di fare il bucato avendo attenzione anche all’aspetto antibatterico e igienico sia durante il lavaggio che in fase di asciugatura.
Vi sono, poi, altre due soluzioni che tenderei ad escludere per le lunghe pedalate, ma potrebbero essere valide per gli spostamenti urbani che sono più brevi e meno intensi.
La prima riguarda l’utilizzo di mutande assorbenti. Normalmente il fondello andrebbe indossato senza mutande per prevenire il rischio di irritazioni e per lasciare più possibilità di respirare alla pelle. Fatico a individuare motivi per cui le mutandine assorbenti possano creare un’eccezione a questa regola tanto valida teoricamente quanto empiricamente. Se siamo abituate a non indossare il fondello anche per le lunghe pedalate e ci troviamo molto bene con le mutande assorbenti nella nostra quotidianità (extra-ciclistica s’intende), possiamo provare ad adoperarle anche in sella. Il mio consiglio, in questo caso, è di testarle con pedalate di media durata e intensità, per poi gradualmente aumentare se ci troviamo soddisfatte.
L’ultima alternativa è l’utilizzo di assorbenti esterni, e mi sento di sconsigliarla perché questi creano un ambiente dove possono proliferare facilmente i batteri, non fanno respirare la pelle, e possono frequentemente essere causa di irritazioni da sfregamento.
In conclusione ci sentiamo di affermare che le mestruazioni e la bicicletta non sono acerrime nemiche, ma possiamo trovare la soluzione per non rinunciare alle nostre passioni e pedalare in ogni momento.