Blu, Rosse e Nere. La classificazione delle piste da sci attira (o dovrebbe attirare) la nostra attenzione fin dalle prime esperienze sulla neve. Infatti, questa è un’informazione fondamentale per capire se siamo in grado di affrontare un determinato percorso. La difficoltà della pista viene indicata con gli stessi colori sia per lo sci alpino (e discipline analoghe quale, per esempio, lo snowboard) sia per lo sci di fondo.
Vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche per attribuire colori della segnaletica alle piste.
Il riferimento legislativo
Si potrebbe pensare che ogni comprensorio scelga di attribuire un colore, e di conseguenza la difficoltà, ad ogni singola pista. In realtà in tutta Italia le piste seguono i parametri stabiliti dal D.Lgs. 40/21.
Innanzitutto occorre definire con precisione gli spazi a cui ci stiamo riferendo. Il legislatore chiarisce che “Sono aree sciabili attrezzate le superfici innevate, anche artificialmente, aperte al pubblico e comprendenti piste, impianti di risalita e di innevamento, abitualmente riservate alla pratica degli sport sulla neve, quali: lo sci, nelle sue varie articolazioni; la tavola da neve, denominata «snowboard»; lo sci di fondo, la slitta e lo slittino e gli altri sport individuati dalle singole normative regionali.” (D.Lgs. 40/21 art. 4 c.1)
In questa sede ci occuperemo delle piste da discesa (sci alpino e snowboard) e delle piste da fondo (sci di fondo), tralasciando le aree adibite allo slittino e agli altri sport.
La classificazione delle piste da sci di discesa
Il parametro principale di valutazione della difficoltà delle piste di discesa è la pendenza. Viene tenuta in considerazione sia la pendenza longitudinale sia trasversale. La prima si rileva nel senso della lunghezza: valutando il rapporto tra il dislivello (differenza di altitudine) e l’estensione della pista. La pendenza trasversale, invece, si riferisce al piano della larghezza: se i due bordi, destro e sinistro, sono sullo stesso piano non si avrà pendenza trasversale. Se invece – per esempio – il bordo destro si trova più a monte di quello sinistro vi sarà una più o meno apprezzabile pendenza.
La pendenza è espressa in termini percentuali. Bisogna, quindi, tenere presente che, per esempio, ad una pendenza negativa (in discesa) del 10% corrisponde una pista in cui per ogni metro di sviluppo orizzontale si perdono 10 cm di “quota”.
A questo punto possiamo comprendere ciò che ha stabilito il legislatore, sempre con il D.Lgs. 40/21. All’art. 5 (c.1), infatti, si legge che “Le piste di discesa vengono segnalate dal gestore degli impianti secondo il grado difficoltà come segue:
1.colore blu: piste facili caratterizzate da una pendenza longitudinale non superiore al 25 per cento, ad eccezione di brevi tratti e che non presentano apprezzabili pendenze trasversali;
2.colore rosso: piste di media difficoltà caratterizzate da una pendenza longitudinale non superiore al 40 per cento, ad eccezione di brevi tratti, ed in cui apprezzabili pendenze trasversali sono ammesse solo per brevi tratti;
3.colore nero: piste difficili caratterizzate da pendenze longitudinali o trasversali superiori al 40 per cento.”
Occorre evidenziare un ultimo aspetto: la percentuale di pendenza è espressa come media dalla partenza al termine della pista. Questo implica che, anche su piste blu dedicate ai principianti, possono verificarsi brevi tratti di apprezzabile pendenza, richiedendo estrema attenzione e prudenza seppur nello loro limitatissime estensioni.
Altre disposizioni circa le piste di discesa
Bisogna anche tenere conto che nel testo di legge non vengono tenuti in considerazioni fattori variabili come per esempio la quantità di appassionati su una certa pista o le condizioni della neve. Questi due fattori giocano un ruolo fondamentale in relazione alla sicurezza dello sciatore (di cui abbiamo parlato qui), ma risultano impossibili da tenere conto ai fini della classificazione delle piste da sci a priori, a causa della loro variabilità, appunto.
Tuttavia, vi sono situazioni in cui le condizioni della neve potrebbero essere migliorate curando le piste, ma la conformazione del territorio ne rende difficile la realizzazione pratica. Pensiamo, ad esempio, alle piste difficilmente raggiungibili dai gatti delle nevi che compattano il fondo, oppure alle piste deliberatamente destinate al freeride. Il legislatore, quindi, stabilisce che “Tutte le piste non battute sono considerate piste difficili e devono essere segnalate in nero al loro imbocco.” (D.Lgs. 40/21 art.5 c.2).
È interessante notare anche alcuni accorgimenti ulteriori inseriti nel decreto legislativo. Si precisa, infatti, che “Alla partenza di ogni impianto è indicato il colore delle piste servite” (D.Lgs. 40/2 art. 5 c.6). Questo permette ad ogni appassionato di valutare con anticipo se è in grado di affrontare le discese accessibili con quel determinato impianto di risalita evitando di trovarsi in situazioni di pericolo.
La classificazione delle piste da sci di fondo
Per quanto riguarda la classificazione delle piste da sci di fondo, vengono tenuti in considerazione molteplici fattori. Ritroviamo i due parametri della pendenza longitudinale e trasversale, sia positiva (in salita) sia negativa (in discesa), e non viene considerata solo quella media. Vediamo che vengono aggiunte anche la lunghezza della pista stessa e la frequenza dei passaggi impegnativi. Se il primo è un parametro oggettivo, per il secondo il legislatore non fornisce una definizione precisa, ma possiamo ritenere che la difficoltà sia commisurata sia allo sforzo fisico sia al livello tecnico.
Ad ogni modo, seguendo il D.Lgs. 40/21 art. 5 c.3, “Le piste di fondo sono suddivise in:
1.pista facile, segnata in blu, avente:
a) pendenza longitudinale non superiore al 10 per cento, ad eccezione di brevi tratti;
b) pendenza media longitudinale non superiore al 4 per cento;
c) lunghezza non superiore ai 10 chilometri;
d) sezione che normalmente non presenta pendenze trasversali;
2. pista di media difficoltà segnata in rosso, avente:
a) pendenza longitudinale non superiore al 20 per cento, ad eccezione di brevi tratti;
b) pendenza media longitudinale non superiore all’8 per cento;
c) lunghezza non superiore ai 30 chilometri;
d) sezione che può presentare moderata pendenza trasversale;
e) tracciato che non presenta un elevato numero di passaggi impegnativi;
3. pista difficile, segnata in nero, caratterizzata da pendenze longitudinali o trasversali superiori a quelle delle piste di cui alla lettera b).”
Conclusioni
Alla luce di queste informazioni, ognuno dovrebbe essere in grado di valutare su quali piste può divertirsi in sicurezza. È importante non sopravvalutare le proprie capacità o sottovalutare le difficoltà delle piste per evitare di ritrovarsi in situazioni pericolose. Le piste blu rimangono indicate per i principianti e coloro che devono prendere confidenza con il mezzo, le piste rosse sono adatte agli sciatori intermedi e quelle nere ai più esperti.