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Viaggiare in bici con i bambini è possibile!

I giovani genitori cicloviaggiatori potrebbero allontanarsi dalla loro passione con l'arrivo dei figli, ma Serena, cicloviaggiatrice incallita, ci racconta come organizzare avventure a pedali con la famiglia

Scritto il
da Martina Tremolada

Serena e Valerio (da Rivoli, in provincia di Torino) viaggiano in bici da diversi anni e stanno trasmettendo la loro passione alla figlie Nicole e Cloe, rispettivamente di 8 e 4 anni. Fin da piccolissime le bimbe, infatti, sono state abituate a vedere il mondo al ritmo dei pedali e hanno accolto in modo molto entusiasta questo modo di viaggiare in bici con i bambini.

Ci facciamo raccontare meglio da Serena i trucchi del mestiere.

Intervista

Per viaggiare in bici con i bambini, cosa bisogna tenere presente per la scelta della meta?

“Viaggiare in bici con i bambini coinvolge tutta la famiglia e quindi se i bambini sono abbastanza grandi da partecipare alla vita famigliare vanno coinvolti nella scelta della meta. In questo modo il viaggio ha un obiettivo da conquistare, ciò contribuisce a ridurre le lamentele lungo il percorso. Noi, per esempio, nello scorso viaggio siamo andati a trovare Babbo Natale in Lapponia. È stata un’idea nata un po’ per caso: una sera ho detto alla mia famiglia che mi sarebbe piaciuto andare in un posto dove regna la quiete (perchè ero sovraccarica dal lavoro di farmacista in tempi di covid) e mi è venuta in mente la Finlandia. Alle bambine si sono subito illuminati gli occhi pensando alla terra di Babbo Natale e così abbiamo deciso la meta di quello che è poi diventato il viaggio più spettacolare fino ad oggi.
Con i bambini molto piccoli (fino ai 6 mesi), invece, si può andare dove preferiscono i genitori: i piccoli hanno bisogni primari che si è in grado di soddisfare a prescindere dalla meta del viaggio.
Finchè i bimbi sono piccoli è quindi più semplice gestire i chilometri: le uniche necessità che hanno sono mangiare ed essere cambiati dopodichè riposano nel carretto che si attacca alla bici. A proposito di questo: se si è fortunati e il/la bambino/a lo accetta volentieri, per lui/lei sarà come essere in passeggino.
A questo punto i genitori possono pedalare molto perchè il/la figlio/a pesa poco e dorme per la maggior parte del tempo. Noi quando Nicole era piccolina facevamo anche 90 chilometri in un giorno.
Se il/la bimbo/a è grande, le necessità necessità aumentano e occorre cercare un percorso sicuro su ciclabili o strade poco trafficate. Cercare itinerari ciclabili sarebbe la soluzione migliore, ma limita la scelta della meta: non tutti i paesi hanno una buona rete ciclabile. Usare le app che indicano le strade con meno traffico è sempre una buona opportunità per evitare il più possibile i mezzi a motore.
Il carretto è basso e, per esempio se pensiamo alle strade principali italiane, può diventare pericoloso nonostante la bandiera che si usa attaccarvi. Per gli spostamenti urbani, infatti, tendiamo a preferire la cargo perchè le bimbe possono stare più in alto e sono protette (a differenza del classico seggiolino dietro che può essere pericoloso se si addormentano)”.

Come si pianifica la lunghezza delle tappe quando si vuole viaggiare in bici con i bambini?

“I chilometri percorsi in un giorno dipendono sempre dalle necessità del/della bambino/a. Se si era abituati a viaggiare macinando moltissima strada al giorno, ecco meglio dimenticarsi di questa modalità di viaggio.
Da qualche anno ormai noi riusciamo a pedalare tappe giornaliere da circa 60 km. Nicole ora viaggia sulla sua bici e riusciamo a mantenere questi chilometraggi, ma mi rendo conto che lei è fuori dal comune perchè ama pedalare e stancarsi”.

Cosa non può mancare sul percorso?

“Sicuramente bisogna pensare le soste durante la pedalata in funzione di ciò che piace ai bimbi: parchi giochi o corsi d’acqua, laghetti, spiagge…
Bisogna sempre ricordarsi che non si deve far loro odiare il viaggio in bici. Se le bimbe ci chiedono di fermarci le assecondiamo sempre con pause dedicate a loro e se i chilometri percorsi diminuiscono, non importa”.

A proposito di carretto, come avete orientato le vostre scelte?

“Abbiamo sempre dato molta importanza al carretto: risulta fondamentale averne uno ottimo. Noi ne abbiamo uno (CROOZER) con la amaca utilizzabile già da quando il/la bimbo/a non riesce a tenersi dritto con la schiena, è anche ammortizzato quindi non ci sono problemi con le vibrazioni. Il/la piccolo/a si sente avvolto e le sollecitazioni lo/la cullano. Nella scelta del carrellino la sicurezza è fondamentale: consiglio di informarsi bene prima dell’acquisto e non comprare qualcosa con l’obiettivo di risparmiare.
Abbiamo sempre scelto carretti ammortizzati perchè siamo amanti delle strade gravel: le preferiamo perchè non ci sono mezzi a motore e sono immerse nella natura. Certo, per ragioni di ingombro evitiamo i single track, ma le strade bianche o gli sterrati semplici si possono affrontare. Quando Nicole aveva 9 mesi abbiamo viaggiato in Andalusia solo su strade gravel.
Secondo me, prima si comincia a mettere i bimbi nel carretto meglio è: in questo modo loro possono abituarsi. Nicole è entrada nel carretto dai 6 mesi, Cloe addiruttura dai 2 mesi. Per loro è ormai normale e non si sono mai lamentate di alcun problema, nè hanno mai sofferto la nausea”.

Quando poi cominciano a crescere si può pensare ai carretti monoruota con i pedali che si attaccano al sottosella dei genitori (weehoo, americana). In questo modo il/la bimbo/a può dormire in sicurezza oppure aiutare i genitori nella pedalata.

Diventando sempre più grandi saranno poi autonomi sulla loro bicicletta: Nicole ora viaggia con la sua Bombtrack. Per le pendenze o per i momenti di difficoltà ci affidiamo alla corda trainante (shotgun). Si tratta di un comodo marsupio contenente una corda che si attacca sotto al manubrio della bicicletta che viene trainata attaccandosi dall’altro capo alla sella del genitore.
Bisogna prestare attenzione che la corda rimanga tesa, Nicole sa se che se si avvicina deve spostarsi laterarlmente.

Le nostre bambine si sono sempre dimostrate entusiaste di queste soluzioni, il nostro obiettivo è far loro amare la bicicletta e i cicloviaggi.

In caso di maltempo come vi gestite? Meglio fermarsi o fronteggiarlo?

“Anche in caso di pioggia cerchiamo sempre il lato divertente, non lo vediamo come un problema.
I carretti che abbiamo avuto sono sempre stati impermeabili e in generale hanno retto. Ci sono state, però, delle eccezioni: in Finlandia nell’estate 2021 ci siamo trovati sotto un fortissimo acquzzone e il carretto non ha tenuto. Cloe si è ritrovata completamente infradiciata, ma aveva i vestiti impermeabili (tuta intera) che l’hanno protetta bene. Nicole, invece, era nel carretto aperto e si è riparata con i soli vestiti impermeabili, ma i piedi erano completamente bagnati. Abbiamo risolto togliendo le scarpe e mettendo i guanti impermeabili del papà, ci abbiamo scherzato e lei l’ha presa bene.

Abbiamo la fortuna che ad entrambe piace l’acqua quindi non si preoccupano se si bagnano, quando ci siamo fermati dopo l’acquazzone hanno esclamato, ridendo, “Che bagno che abbiamo fatto!”.

Se non ci sono ripari non si presenta la scelta tra fermarsi o andare avanti e loro hanno sempre accettato la situazione. Molto dipende anche da come si dimostra il genitore: se si mantiene la tranquillità anche loro non la percepiscono come una cosa negativa, al contrario se ci si preoccupa troppo anche i bimbi percepiscono il disagio.
Per quanto riguarda l’abbigliamento tecnico dei bambini occorre orientare le proprie scelte in base al viaggio che si vuole afforntare. Se si tratta di un itinerario o di un periodo dell’anno impegnativo bisogna vestirli con ottimo abbigliamento tencnico, altrimenti non vale la pena di fare grandi investimenti per vestiti che con la crescita andranno presto fuori misura”.

Come vi gestite il bagaglio?

“Ci siamo migliorati nel tempo fino a portare solo il necessario per viaggiare in bici con i bambini.

Mi ricordo che per il primo viaggio ci eravamo portati dietro la casa. Avevamo persino i ricambi dei pannolini e altre cose che si potevano trovare in giro. Avevamo una mole di bagaglio tale per cui Valerio viaggiava con Nicole nel carretto e io avevo un carretto trainato dalla bici con tutto l’occorrente che ci eravamo portati.
Oggi viaggiamo con la metà del bagaglio, siamo in quattro e abbiamo meno oggetti di quando eravamo in tre. Per esempio non portiamo più due paia di scarpe ma solo una scarpa e una ciabatta a testa.

Anche per le bimbe porto pochi cambi, è tutto ridotto all’osso perchè preferiamo la modalità bikepaching altrimenti con il portapacchi diventa molto impegnativo.

Se viaggiamo appoggiandoci alle strutture il bagaglio è davvero molto ridotto: ci portiamo solo il necessario per cambiarci. Solitamente penso ai cambi per una settimana perchè ci fermiamo per lavare e riordinare tutto quanto una volta ogni 6/7 giorni. Se invece viaggiamo in tenda, bisogna fare i conti con gli spazi ancora più ridotti, ma l’occorrente per il campeggio viene alloggiato nel carretto.

Il modello (croozer) chiuso con la rete poteva portare di tutto: i giochi, l’acqua e il cibo. Le nostre bimbe hanno cominciato a mangiare in autonomia qualche mese dopo aver compiuto il primo anno”.

Portate dei giochi per le bimbe?

“Si, le bimbe sanno di avere un piccolo zainetto a testa e prima della partenza scelgono i giochi che vogliono portarsi. Non chiedono di più e ben si adattano allo spazio anche hanno a disposizione.
Per loro ormai viaggiare in bici è diventata la normalità, non conoscono altra modalità di viaggiare. In un cicloviaggio la giornata è sempre piena: è una vacanza lenta, ma molto attiva. Quest’anno siamo stati la mare tre giorni e ho notato che Cloe si annoiava un pochino: ci sono stati molti tempi morti e lei si è trovata spaesata”.

Come vi organizzate per i pasti?

“Raramente portiamo il fornello da campeggio perché vogliamo viaggare in bikepacking.
Solitamente ci gestiamo il pranzo in modo molto semplice: ci sediamo in un prato e mangiamo un panino e della frutta. Per cena, invece, ci fermiamo in qualche bar o ristorante.

Gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, in Finlandia per esempio ci si è distrutta la tenda all’inizio del viaggio e quindi abbiamo destinato il budget che avevamo previsto per i pasti alle strutture dove dormire. Abbiamo scelto le classcihe casette rosse dove potevamo cucinare in autonomia”.

Cosa preferite tra tenda e strutture per viaggiare in bici con i bambini?

“Viaggiare in tenda non è sempre la scelta migliore: ho allattato le bimbe fino a che avevano quasi due anni. Con il campeggio con i figli molto piccoli non è compatibile: si rischia di trovarsi con la schiena a pezzi.
Quando sono cresciute abbiamo cominciato a campeggiare sempre di più, a loro piace dormire in tenda. Solitamente viaggiamo con una Nemo Drangonfly da quattro posti per dormire tutti insieme. Se al viaggio si unisce anche la cugina Matilde, portiamo due tende: Valerio dorme con lei e io con le bimbe che dormono sempre tranquille”.

Noti dei benefici sulla crescita?

“Si, decisamente. Sono diventate due anime sociali, parlano anche con gli stranieri, li attraggono.
Nicole da piccola era molto più insicura e viaggiare le è servito molto: ne è orgogliosa e coinvolge altre persone. All’ultimo evento dove siamo stati, Cuneo Bike Festival, Nicole ha voluto salire sul palco a parlare. Senza che le dicessi nulla ha affermato che il suo sogno è andare da Babbo Natale con altre famiglie. La vedo fiera e contenta, ora è più intraprendente. Cloe è una bambina molto estroversa e si butta facilmente in molte situazioni diverse, ma non sconfina mai nell’eccesso.
Vivere esperienze diverse, non estreme, le ha rese più indipendenti”.

L’energia che infonde Serena con tutta la sua famiglia è travolgente, potete trovare tutte le avventure, i consigli e le esperienze alle pagine @myfamilybike e @ciclocentrico su Instagram.


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