Qualche mese fa abbiamo parlato della differenza fra trekking e cammino. Con trekking abbiamo identificato un percorso impegnativo e spesso remoto, che si svolge in ambienti impervi come montagne o deserti, durante il quale chi lo affronta si ritrova lontano dalla civiltà e dev’essere il più autosufficiente possibile. Con cammino, invece, abbiamo indicato un viaggio a piedi spesso lungo ma non troppo impegnativo, caratterizzato da una forte componente culturale o religiosa, che segue un antico percorso spesso legato a una tratta commerciale o a un pellegrinaggio.
Ma qual è invece la differenza fra trekking e hiking? Cosa significano questi termini, e a quale tipo di attività si riferiscono? Come spesso accade in questi casi non c’è una differenza netta, ma le due definizioni si mescolano l’una con l’altra. I due termini hanno però assunto connotazioni leggermente differenti nell’immaginario comune, vediamo quali sono.
Hiking
Il termine “hiking” può essere semplicemente tradotto con escursionismo. “To hike”, infatti, vuol dire camminare e si riferisce all’atto di camminare in natura, con un occhio di riguardo per l’aspetto puramente fisico dell’attività.
Questo termine si riferisce prevalentemente a escursioni giornaliere che si svolgono su sentieri tracciati, anche se non è sempre così (un’escursione può infatti durare anche più giorni). Di solito si riferisce a itinerari non troppo lunghi né difficili, anche se comunque non banali, e che richiedono attrezzatura minima. Il tipo di attrezzatura necessaria dipenderà poi dalla stagione, dalla lunghezza e dalla difficoltà del percorso. Potrebbe essere necessario portare con se attrezzatura da campeggio (come tenda e fornelli) oppure semplicemente lo stretto necessario per rimanere in montagna una giornata.
L’escursionismo può essere praticato su diversi tipi di terreni e in diversi ambienti, e non è necessariamente collegato a un ambiente montano, anche se questo è sicuramente uno degli ambienti che si presta di più allo svolgimento di questa attività.
Trekking
Il termine “trekking” si riverisce a un percorso a piedi che dura spesso diversi giorni e attraversa zone che non sarebbero altrimenti accessibili se non a piedi. Per questo motivo si svolge in ambienti particolarmente isolati ed è generalmente più impegnativo rispetto a un’escursione. Richiede anche più attrezzatura, conoscenze tecniche e preparazione fisica.
Dato che si svolge in ambienti piuttosto isolati, durante un trekking è abbastanza comune non attraversare centri abitati per diversi giorni, ed è quindi necessario avere con se tutto il necessario per sopravvivere in montagna. Questo comprende acqua e cibo, equipaggiamento per dormire come tenda e sacco a pelo, fornelletto da campeggio, eccetera, a seconda del tipo di pernottamento scelto. A seconda del percorso si può infatti scegliere di passare la notte in rifugio, opzione che permette di tenere il peso dello zaino al minimo, oppure in bivacco, o ancora in tenda, dove permesso.
In alcuni paesi, come ad esempio in Asia o in Sudamerica, è comune affrontare un trekking con l’aiuto di alcuni portatori, che avranno la funzione di trasportare buona parte del materiale a spalla o con animali da soma (si pensi al classico trekking al campo base dell’Everest).
Thru-hiking e backpacking
Ora che abbiamo spiegato la differenza fra hiking e trekking, qualcuno di voi si starà chiedendo cosa vogliano dire altri termini come thru-hiking e backpacking.
Backpacking è un termine usato molto in Nord America. Ha praticamente lo stesso significato di trekking, ma da per scontato che tutta l’attrezzatura venga portata in spalla, in uno zaino, e quindi senza l’utilizzo di portatori. L’enfasi di un trekking è quindi non sulla distanza ma sul modo di trasportare attrezzatura.
Anche la differenza fra trekking e thru-hiking è davvero lieve. Se per trekking si intende un percorso di più giorni di qualsiasi durata, con thru-hiking si tende ad identificare un percorso particolarmente lungo, come ad esempio il Pacific Crest Trail in Nord America, lungo più di 4000 chilometri. Quindi, in questo caso, l’enfasi è proprio sulla distanza.
Inverno
Queste attività si possono svolgere anche in inverno? Assolutamente si. Data la stagione è però probabile che si incontri delle neve sul percorso. In questo caso si possono utilizzare strumenti come ciaspole o sci per rendere più facile la progressione.
Camminare in montagna in inverno richiede anche determinate conoscenze tecniche e di soccorso. Bisogna saper leggere il terreno e interpretare il manto nevoso, saper consultare i bollettini nivologici e saper utilizzare attrezzatura specifica come artva, pala e sonda.
In inverno ci sono quindi più dettagli da tenere in considerazione, ed è importante assicurarsi che le condizioni siano ottimali prima di intraprendere un qualsiasi tipo di viaggio a piedi. Per non parlare poi delle temperature, che richiedono sicuramente attrezzatura specifica.
Alcune differenze fra hiking e trekking, quindi, ci sono, ma neanche troppe. Tutti questi termini indicano un’attività da svolgere all’aria aperta, in autosufficienza e spostandosi solo con le proprie gambe. Ma allora è davvero importante usare la parola giusta? Si, ma non troppo. Ciò che è davvero importante è immergersi nella natura e camminare.
