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Selvaggio Blu versione family

alla scoperta di una vacanza che non ti aspetti, immersi nella natura e nel blu del mare del Baunei

Scritto il
da Luca Tessore

Ne ha fatta, e ne ha fatta fare di strada il famoso trekking “Selvaggio Blu” ideato dagli alpinisti Verin e Cicalò negli anni ’80, considerato il più duro d’Italia e non solo, ma anche d’Europa; il percorso si estende lungo la costa est della splendida Sardegna, più precisamente nel comune di Baunei.

Diventato famoso per avere passaggi mozzafiato su pareti di calcare, talvolta, da affrontare a mani nude, altre volte addolcite dalle arcaiche scale di ginepro, regalo di una vita di sudore e lavoro di pastori e carbonai che hanno saputo vivere questo angolo di terra in armonia con la natura. Qui il turismo viaggia lento, non troverete ombrelloni e lidi in stile riviera, né jet pack o chissà quale altra attrazione effimera, qui è la natura resistente nei secoli a dare spettacolo. Questa è la ricchezza dell’Ogliastra.

Antonio Cabras alle prese con un gruppo in uno dei tanti passaggi tramandati dai pastori e carbonai lungo le coste del Baunei

 

Ma per scoprire questo territorio non si deve per forza sfidare la gravità, infatti, esiste un’altra realtà oltre a quella del classico Selvaggio Blu: una realtà più morbida in versione family.

Per scoprire di cosa si tratta ho fatto una chiacchierata con Antonio Cabras, guida esperta, primo del territorio di Baunei a scalare la famosa guglia di Goloritzé, la via normale più difficile d’Italia padre di due ragazzi.

La spettacolare Guglia di Goloritzè

 

Antonio ha dedicato buona parte della sua vita a far conoscere le bellezze della sua terra, e da sempre sa che questo vasto territorio offre meraviglie naturali a 360° e soprattutto per tutti.

Sentieri infiniti nel territorio di Baunei

Infatti, spiega Antonio, “il nostro territorio non è soltanto Selvaggio Blu”. I sentieri che si possono percorrere in giornata sono infiniti, da molto facili a impegnativi (scala E a EE). “Effettuando l’escursione giornaliera, si ha sempre un punto d’appoggio confortevole, per esempio nella nostra cooperativa Goloritzé abbiamo 6 camere da letto con bagno, boungalow, area attrezzata per tende e posti camper. Per i nostri ospiti c’è la possibilità di avere il servizio di mezza pensione nel nostro ristorante dove si possono trovare le specialità locali.” Il regalo di un’oasi dove trovare un bagno e un piatto pronto sicuramente è un invito per le famiglie ad approcciarsi ad un mondo così tanto selvaggio senza rinunciare al comfort, e a un po’ di relax serale dove poter ammirare il cielo stellato. Questo territorio è sicuramente adatto alla prima esperienza in tenda con i vostri figli!

Accampamento tende foto Antonio Cabras

Al vostro risveglio ci sarà ad aspettarvi una bella escursione per raggiungere l’incantevole guglia di cala Goloritzé, le sfumature rosa di Cala Biriala, l’acqua turchese di Cala Mariolu e la magica Cala Luna protagonista del famoso film “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto.”.

Cala Goloritzé

Come anticipato questa Cala è famosa per il pinnacolo alto 143 metri, ma ancora più interessante per i vostri bambini è uno splendido arco naturale che si apre sul lato destro della baia. E se la descrizione non vi ha ancora convinto pensate che è stata dichiarata “monumento nazionale italiano” nel 1995! Con appena 470 metri di dislivello percorribili in circa un’ora e mezza di cammino, nella splendida cornice della macchia mediterranea fra antichi ovili e capre selvatiche dove potrete vederle bere in qualche rigagnolo di acqua dolce che arrivano fino in mare, le caprette selvatiche si sono abbastanza abituate alla nostra presenza.

Cala Goloritzè, foto di Antonio Cabras

Cala Biriala

Questo è un trekking più impegnativo dal punto di vista tecnico, si snoda lungo una falesia calcarea ed attraversa boschi di ginepro e lecci secolari. Alcuni passaggi sono letteralmente da vertigini:

pareti verticali da affrontare su passerelle di ginepro aiutati da un cavo di metallo fisso, scale metalliche e di legno a picco, e sentieri che si perdono nel fitto bosco rendono questo trekking una vera e proprio avventura.

Is pùligi de nie (Cala Mariolu)

Una volta arrivati, dopo circa due ore di cammino e circa 550 metri di dislivello, lungo un sentiero sempre esposto a sud, la voglia di tuffarvi non mancherà e ad accogliervi ci sarà un mare incantevole: infatti Is pùligi de nie, che tradotto letteralmente significa “la prima neve” in quanto formata da sassolini bianchi che dall’alto ricordano appunto la prima spolverata di neve. I suoi sassolini tondi, bianchi e rosa, misti alla sabbia donano all’acqua mille sfumature di blu, di verde smeraldo e d’azzurro. Se siete fortunati, al largo potrete anche scorgere i delfini!

Cala Mariolu, foto di Antonio Cabras

Cala Luna

L’origine del suo nome è piuttosto singolare. Un tempo questa Cala veniva raggiunta dai pastori che provenivano da Baunei, per raggiungerla ci impiegavano otto ore. Un tragitto davvero lungo e non di rado si esclamava: “come andare sulla Luna!”. Da qui si iniziò a chiamarla “Elune” che in nuorese significa appunto Luna. Questo non vi deve intimorire, oggi sono previsti percorsi alla portata di tutti, più brevi (anche soltanto di un’ora e mezza) di cui ne varrà sicuramente la pena per raggiungere un luogo incantato, con ampie grotte che faranno da cornice al mare ed un lembo di sabbia bianca che divide il mare dal rio Illune.

Qui mare e terra sono entrambi protagonisti e si sfidano per farci innamorare di questa terra.

Questi luoghi potranno farvi sognare, ma soprattutto faranno sognare i vostri figli. Sarà un’esperienza capace di trasmettere loro il senso di appartenenza al mondo naturale e apprezzare la bellezza del nulla, che poi è tutto!

Cala Biriola dal sentiero panoramico. Qui la bellezza delle cale inizi a goderla dall’alto. Foto di Antonio Cabras

Gestire il turismo oggi per preservarlo nel tempo

Quando ormai 31 anni fa, Antonio capì che il “Selvaggio Blu” poteva diventare qualche cosa d’importante anche al di là dell’isola, si è subito prodigato per proteggere e custodire la sua terra, in quanto necessario per far sì che non diventasse il solito “parco giochi” per turisti. Oggi Antonio Cabras ci ricorda che: “è necessaria una forma di protezione basata su una migliore gestione degli accessi alle cale. Soltanto limitando i numeri si avrà una ricchezza continua.”

Non è difficile intuire che un turismo intensivo basato su grandi numeri dovuti principalmente ad un traffico marittimo lungo costa non così razionale, comporta un deturpamento dell’habitat e degli ecosistemi circostanti.

Infine, voglio terminare questo invito alla scoperta di un “Selvaggio Blu in versione family” con l’augurio di Antonio Cabras “Spero che le prossime generazioni possano godere di questo territorio così come l’ho conosciuto io, selvaggio!”.


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