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Segnaletica in montagna: come funziona?

Come leggere la segnaletica e capire la difficoltà dei sentieri

Cecilia Mariani Scritto il
da Cecilia Mariani

Le nostre Alpi, ormai altamente antropizzate e ben lontane dall’essere un luogo puramente selvaggio, attirano ogni anno migliaia di escursionisti da tutto il mondo. Sono solcate da una fitta rete sentieristica, sviluppatasi negli anni grazie all’uso da parte degli escursionisti stessi e a una costante manutenzione. Questi sentieri ci permettono di esplorare un territorio che, altrimenti, resterebbe perlopiù irraggiungibile, e ciò è reso possibile anche grazie alla segnaletica. Ne esistono di vari tipi, che ci aiutano a capire, oltre alla direzione da seguire, anche la difficoltà del percorso. Ma sappiamo davvero come interpretare questa segnaletica, e come utilizzarla a nostro beneficio? Vediamolo insieme.

La segnaletica ci indica la direzione, la durata e la difficoltà di un percorso

Scala di difficoltà dei sentieri

La montagna, si sa, è un ambiente che presenta dei rischi. L’escursionista deve informarsi sulla difficoltà di un itinerario prima di percorrerlo, e per fare ciò si può avvalere di un utile strumento. Il Club Alpino Italiano ha infatti adottato a livello nazionale una scala che identifica la difficoltà dei sentieri di montagna, tenendo in considerazione il dislivello, la distanza e la segnaletica del sentiero. I gradi di difficoltà sono i seguenti:

  • Turistico (T): comprende quegli itinerari che si sviluppano su stradine, mulattiere o comodi sentieri. Sono percorsi brevi, ben evidenti e che non presentano particolari problemi di orientamento. I dislivelli sono quasi sempre inferiori ai 500m. Sono escursioni che non richiedono particolare esperienza o preparazione fisica.
  • Escursionistico (E): itinerari che si volgono su sentieri o tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito segnalati. Richiedono un certo senso di orientamento, una certa esperienza e conoscenza del territorio, allenamento alla camminata, calzature ed equipaggiamento adeguati. Il dislivello è compreso tra i 500 e i 1000m.
  • Escursionisti Esperti (EE): si riferisce a itinerari non sempre segnalati e che richiedono una buona capacità di movimento sui terreni di montagna. Possono essere sentieri o tracce che si snodano su terreno impervio o scosceso, con pendii ripidi e scivolosi, ghiaioni e brevi nevai superabili senza l’uso di attrezzatura alpinistica. Necessitano di una buona esperienza di montagna, fermezza di piede e una buona preparazione fisica. Occorre inoltre un equipaggiamento ed attrezzatura adeguati, oltre ad un buon senso d’orientamento. Il dislivello è superiore ai 1000m.
  • Escursionisti Esperti con Attrezzatura alpinistica (EEA): itinerari che richiedono l’uso di attrezzatura da ferrata (imbrago, dissipatore, casco). Possono essere sentieri attrezzati o vere e proprie vie ferrate. È necessario saper utilizzare in sicurezza l’equipaggiamento tecnico ed essere abituati all’esposizione e ai terreni alpinistici.
Segnavia sull'Alta Via 2 in Valle d'Aosta
Segnavia sull’Alta Via 2 in Valle d’Aosta

Esiste poi un’ulteriore classificazione che suddividere i sentieri non solo in base alla loro difficoltà, ma anche al grado di interesse. Ad esempio:

  • Sentiero alpinistico: si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato (itinerari di traversata nella montagna medio alta, può presentare tratti attrezzati).
  • Via ferrata: conduce l’alpinista su pareti rocciose, creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi e/o scale senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata. Richiede adeguata preparazione e attrezzatura.
  • Itinerari di media e lunga percorrenza: itinerari della durata di più giorni e della lunghezza di centinaia di chilometri, in generale agevoli e segnalati, dotati della necessaria ricettività lungo il percorso (Sentiero Italia, Alte vie, ecc.).
  • O ancora sentieri attrezzati, sentieri storici e tematici, sentieri di accesso dal fondovalle, di traversata e sentieri alpini.

Questa classificazione permette di inserire il sentiero in un determinato ambiente, e di conseguenza capirne meglio la difficoltà.

Sentiero
Alcuni cartelli ci indicano il comportamento più adeguato da seguire in una determinata zona

Tipi di segnaletica

Esistono principalmente due tipi di segnaletica, e corrispondono per tipologia a quelli che incontriamo sulle nostra strade: verticale e orizzontale.

La segnaletica verticale consiste in cartelli posizionati su pali di legno o ferro. I cartelli sono di colore bianco o legno con una punta rossa, e indicano la direzione della località di destinazione e il tempo necessario per raggiungerla, calcolato per un escursionista medio. Sulla coda è presente il numero del sentiero e a volte la sigla relativa alla scala di difficoltà. Questo tipo di segnaletica si trova all’inizio di un percorso e nei pressi degli incroci più importanti. A volte, sullo stesso palo ma sotto a questi cartelli, si trovano le cosiddette tabelle di località. Queste sono posizionate nei punti chiave del sentiero, come ad esempio passi, forcelle o piccoli centri abitati. Indicano il nome della località e la quota della stessa.

Segnaletica verticale all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio

Per quanto riguarda la segnaletica orizzontale, si intende quella presente al suolo, e si tratta di segni rossi e bianchi dipinti solitamente sui sassi o sui tronchi degli alberi. Questo tipo di segnaletica indica la continuità di un sentiero in entrambi i sensi di percorrenza, ed è posta nei pressi di un bivio oppure ogni poche centinaia di metri, a seconda di quanto sia evidente il sentiero. A volte è presente anche il numero del sentiero, specialmente nelle vicinanze di un bivio o in qualsiasi luogo sia ritenuto più importante segnalare la continuità del sentiero

Manutenzione

Ma chi è incaricato della manutenzione dei sentieri e della segnaletica in Italia? Tutti i sentieri, a parte quando attraversano una proprietà privata, sono un bene pubblico e di conseguenza la loro manutenzione è affidata al comune. Nella fattispecie, però, il comune affida la loro manutenzione alla sezione del CAI locale, che si avvale di un gruppo di volontari all’interno dei sui iscritti per portare a termine qualsiasi lavoro necessario. Qualsiasi socio del CAI può quindi partecipare ai corsi e alle uscite organizzate dalle varie sezioni.

Segnaletica di continuità sul tronco di un albero

Non dimentichiamoci, però, che tutti noi, in qualità di escursionisti, possiamo aiutare a manutenere i sentieri che frequentiamo: seguendo le tracce ed evitando scorciatoie, informando il CAI o i rifugi di eventuali danni riscontrati.

È inoltre importante ricordare che, pur occupandosi della manutenzione, il CAI non è responsabile degli incidenti che potrebbero accadere lungo il percorso. Il singolo escursionista è quindi responsabile per se stesso, e dovrà prendere decisioni relative alle proprie capacità.

A volte è difficile scegliere dove andare.

I sentieri sono quindi un aiuto molto importante per l’escursionista che si avventura sulle nostre montagne. Garantiscono l’accessibilità a luoghi remoti e offrono sicurezza in ambienti più o meno impervi. Ci indicano la strada, ma da soli non sono di certo sufficienti. È fondamentale ricordarsi che la montagna è un luogo bellissimo, ma anche pericoloso. E quindi, prima di partire per un’escursione, informiamoci sul percorso, per poter vivere la montagna in modo responsabile.

(Fonti: Club Alpino Italiano e Società Alpinisti Tridentini)


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