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Organizzare un cicloviaggio: come scegliere il percorso?

Pianificare un’avventura in bici richiede attenzione e una discreta precisione a seconda della modalità di viaggio che sceglieremo. Vediamo come preparare l’itinerario

Scritto il
da Martina Tremolada

Organizzare un cicloviaggio, ma dove? La scelta dell’area in cui si svilupperà il cicloviaggio è sempre delicata e molto personale. Un aspetto credo possa essere condiviso abbastanza ampiamente: la meta, la destinazione del viaggio non sarà il punto finale in cui scenderemo dalla sella, ma saranno tutti i metri di strada che percorreremo. Può sembrare un controsenso, però spesso i cicloviaggiatori non pedalano per arrivare a tagliare il traguardo, ma per scoprire nuovi posti. Sulla scorta di questo spirito è allora comprensibile che la destinazione del viaggio sia intesa come il percorso pedalato nella sua interezza.

Foto di Martina Tremolada

Ma lasciamo da parte questioni astratte sulla mera definizione del significato da dare alle parole apparentemente più semplici e concentriamoci sulla praticità dell’organizzare un cicloviaggio.

I cicloviaggiatori più esperti solitamente hanno le idee abbastanza chiare sui terreni dove poggeranno le ruote: hanno perfetta coscienza di cosa voglia dire intraprendere un cicloviaggio e delle loro capacità quindi, con la classica convinzione di chi è un po’ folle, affermano sicuri di voler pedalare in luoghi già ben definiti nella loro mente.

La zona da esplorare: una scelta importante

Foto di Martina Tremolada

Per organizzare un cicloviaggio può capitare di trovarsi a pensare innanzitutto di voler intraprendere una gita in bicicletta e poi essere indecisi sulla meta. A modestissimo parere di chi scrive, la scelta della zona da esplorare è bene che sia dettata da innata (e talvolta inspiegabile) curiosità verso luoghi sconosciuti o visitati con altri mezzi. Solo dopo aver individuato, a grandi linee, l’area geografica si può procedere alla ricerca sulla eventuale presenza di ciclovie nella zona. (qui alcuni esempi)

Seguire quest’ordine di priorità aiuterà durante il viaggio. La motivazione sarà l’unico motore a spingere la bicicletta ed essere mossi da un sentimento che era già parte di noi e a cui abbiamo voluto dare ascolto (l’innata curiosità) sarà di notevole aiuto nei momenti più difficili.

La gestione delle tappe: meglio non esagerare

Foto di Viktor Bystrov su Unsplash

Prima di partire, occorre valutare, anche sommariamente, il territorio che vogliamo esplorare. Per i primi viaggi, soprattutto se neofiti del mondo a pedali, è bene non esagerare con le distanze giornaliere e i dislivelli. Pedalare a bici carica è ben diverso dal percorrere un’uscita giornaliera. Oltre all’aspetto pratico dell’avere una bici notevolmente più pesante, occorre anche considerare che, presumibilmente, lo spirito con cui pedaleremo sarà differente. Spesso ci si fermerà anche solo per scambiare due chiacchiere con persone che possiamo incontrare causalmente lungo il percorso, oppure per ammirare un panorama che magneticamente sembra trattenerci.

Non bisogna dimenticarsi, però, che durante un viaggio in bici possiamo chiedere un aiuto ai treni. Questi ci accorceranno le distanze e ci aiuteranno magari a superare i dislivelli più impegnativi. Avevamo parlato del connubio bici e treno qui.

La scelta di completare il percorso solo sui pedali o alternare le pedalate a tratti con mezzi pubblici può essere vincente, in particolar modo per i primi viaggi. Questo ci consente di avere un giusto equilibrio nella gestione del tempo e non ci farà passare la voglia di intraprendere altri cicloviaggi, anzi, molto probabilmente, aumenterà la nostra fame di scoprire il mondo dalla sella.

Foto di pfeiffed da Pixabay

Dove dormire: ad ognuno il suo

Inoltre, un altro aspetto da valutare per organizzare un cicloviaggio è la scelta relativa alla modalità di pernottamento.

Se vorremo viaggiare in autonomia con la tenda dovremo informarci sulla possibilità di fare campeggio libero o sulla presenza di campeggi dove fermarsi per la notte. Questa scelta ci consente di improvvisare il viaggio strada facendo, ma ci farà investire un po’ del nostro tempo durante la giornata per individuare il miglior prato o campeggio dove arrivare, oppure chiedendo ospitalità in giardini o campi privati.

Se, invece, sceglieremo di viaggiare pernottando in struttura, dovremo informarci sulla disponibilità delle strutture ad accogliere cicloturisti. È sempre bene chiedere se c’è un posto sicuro dove lasciare la bici, alcuni alberghi o B&B sono attrezzati con svariati servizi per i ciclisti e cicloturisti (vi sono dei siti dedicati dove è possibile attingere ad un elenco di strutture “bike friendly”). Se viaggiamo in alta stagione in luoghi altamente frequentati dai turisti, forse è meglio prenotare la stanza per la notte. Questo da un lato sarà un notevole aiuto durante il viaggio perché ogni giorno sapremo quale sarà il nostro punto di arrivo per la sera, ma dall’altro può togliere la libertà di improvvisare deviazioni lungo il percorso e/o costringe ad una attenta valutazione delle tappe prima della partenza del viaggio. In questo caso ci si deve ricordare che gli imprevisti sono sempre in agguato e le tappe non devono essere troppo dense di km da percorrere o posti da visitare, pena una corsa forsennata per raggiungere la fine della tappa entro sera.

Lo studio del territorio mappe alla mano

Foto di Element5 Digital su Unsplash

Una volta stabiliti i principali aspetti preliminari è ora di cominciare ad aprire le mappe e farci un’idea del territorio dove pedaleremo. A questo proposito, possiamo strutturare la ricerca usando due canali complementari. Da un lato, i siti dell’ente del turismo della zona che esploreremo potrebbero indicarci ciclovie e itinerari ciclabili molto interessanti; dall’altro, esistono svariati siti o app (komoot, wikiloc, strava, outdooractive, ridewithgps, ecc) usati dagli amanti delle attività outdoor dove possiamo trovare percorsi degli utenti.

Su komoot, per esempio, possiamo trovare moltissime informazioni: il fondo della strada, il dislivello con l’altimetria, gli Highlitghts dei luoghi più interessanti che segnalano gli utenti e la presenza di piste ciclabili. La valutazione del fondo, per esempio, è molto utile per decidere se il percorso è adatto alla nostra attrezzatura: bicicletta, copertoni e modalità di carico possono influire nella scelta delle strade da percorrere. (Qui avevamo parlato delle bici migliori per viaggiare e qui della modalità di carico)

Tutte queste nozioni ci torneranno davvero utili in fase di pianificazione, ma non dobbiamo commettere l’errore di basarci esclusivamente su ciò che vediamo al computer.

Contattare altri ciclisti (conosciuti anche tramite app di navigazione o social) o gli enti del turismo ci aiuterà notevolmente a capire la fattibilità del percorso che abbiamo immaginato.

Possiamo creare il nostro percorso

Foto di Francesco Gozzellino – Cyclo Ergo Sum

 

L’ultimo passaggio, per una pianificazione sommaria è disegnare la traccia che vogliamo percorrere sul nostro sowftware/app di fiducia. In questo caso possiamo anche caricare un percorso trovato dalle fonti che abbiamo studiato, così sarà più semplice modificarlo e renderlo adatto all’avventura che ci attende.

In questa fase cercheremo anche di dividere le tappe in base al nostro allenamento, alle attrazioni sul percorso, alla presenza di treni e alla disponibilità di strutture o campeggi.

C’è chi preferisce avere tutto programmato e avere una traccia precisa da seguire ogni giorno e chi invece preferisce avere una linea di massima da seguire per poi lasciare decidere alla strada e ai passanti dove passeranno le ruote. Sono due filosofie diverse e la migliore è sempre quella che ci permette di godere al meglio il viaggio, secondo le nostre personalissime preferenze.

Altrettanto personale sarà la distanza e la durata dell’avventura: un cicloviaggio può durare un weekend o alcuni mesi, può attraversare continenti o snodarsi tra le colline dietro casa. L’importante è assaporare e immergersi nelle emozioni che solo un viaggio in bici sa regalare, provare per credere!

Foto di Martina Tremolada


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