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Le 5 specie di meduse più pericolose del Mediterraneo

Un breve viaggio sott'acqua alla scoperta delle specie più temute durante le vacanze al mare: per conoscere e vivere il mare con più serenità!

Scritto il
da Luca Tessore

Nuotare tra le meduse non è certo lo sport che più amiamo. Tuttavia, soprattutto in questi ultimi anni, si è notato un aumento delle meduse lungo le coste italiane ed in particolare nel Mar Mediterraneo costringendoci a convivere con la possibilità di contatto con i temuti tentacoli urticanti.

Quando vediamo una medusa, mentre pratichiamo snorkeling, la prima reazione è quella di stupore e repellenza, istinto che ci torna utile per tenerci alla larga da fastidiose irritazioni cutanee. In questo articolo vedremo le 5 specie più urticanti del Mediterraneo per imparare a riconoscerle e nello stesso tempo rispettarle!

La loro funzione in natura

La maggior parte di noi vede le meduse soltanto come uno sgradevole inconveniente durante le meritate vacanze estive. E, seppure sia vero che in alcune occasioni, quando si verificano per esempio delle vere e proprie invasioni lungo le coste, la giornata al mare è piuttosto compromessa, dovete sapere che le meduse (ad oggi se ne contano 7000 specie in tutto il mondo) hanno un ruolo ecologico importante per la salute dei nostri mari, contribuendo a bilanciare le catene alimentari. Purtroppo, l’attività umana sta apportando squilibri notevoli e la pesca intensiva contribuisce a far aumentare il numero di meduse a dismisura andando ad intaccare un equilibrio durato milioni di anni.

Ci sono specie mortali di meduse nel mediterraneo?

La risposta è NO! Ad oggi non esistono specie di meduse mortali per l’uomo come la temuta “vespa di mare”. Le specie più problematiche presenti nei nostri mari provocano serie ustioni e soltanto in alcuni rari casi (se il soggetto è allergico alle tossine presenti nel veleno) possono mettere in pericolo la vita dell’intossicato (ad oggi non sono stati registrati casi mortali in Italia). Va da sé che evitare il contatto ci farà risparmiare dolori, quindi è bene conoscere le specie più urticanti che si possono incontrare.

Le 5 specie più urticanti

Alcune di queste specie sono molto comuni come la Pelagia noctiluca, altre decisamente rare come la Drymonema dalmatinum, altre ancora (Carybdea marsupialis) ci mettono in allerta perché appartenenti alla classe inconfondibile delle cubomeduse, quella della temuta vespa di mare; infine, alcune ci incantano con disegni geometrici inconfondibili come la medusa compasso o la medusa quadrifoglio. Scopriamo queste cinque specie per poterle riconoscere e prestare maggiore attenzione nel caso in cui le incontrassimo.

Pelagia noctiluca

Questa medusa è quella che avrete visto almeno una volta nella vita. È la più comune nei nostri mari, si presenta di colore violetto e l’ombrello misura circa 10 centimetri con 8 tentacoli che possono raggiungere i 10 metri! Non causa gravi ustioni, ma è decisamente urticante.

Pelagia noctiluca, la medusa con cui avrai la maggiore probabilità di venire a contatto_Photo by Jane Ta on Unsplash

Drymonema dalmatinum

Una medusa da record! Il suo ombrello può superare il metro (fino anche a 2 metri), una taglia che la rende da guinnes per i nostri mari. Ad ogni modo è molto rara oltre che molto tossica, quindi se avrete la “fortuna” di incontrarla sappiate che dovete starle alla larga.

Drymonema dalmatina_Marco Segarich e Saul Ciriaco WWF AMP Miramare

Carybdea marsupialis

Appartenente alla classe delle cubomeduse, ad oggi, è la specie più pericolosa del Mediterraneo. Il suo veleno può causare negli individui allergici uno shock anafilattico (come potrebbe accadere dopo una puntura di un’ape). Per fortuna le specie appartenenti a questa classe sono piuttosto inconfondibili: l’ombrello si presenta in forma cubica come fosse una scatoletta, da qui cubomeduse. I 4 tentacoli di questa specie lunghi fino a 30 centimetri sono trasparenti, con anelli rossi che li rendono particolarmente evidenti sott’acqua. Se veniamo a contatto con essi si andrà incontro a serie ustioni. Purtroppo per noi, questa specie di medusa si trova più frequentemente in acque basse e costiere.

Carybdea marsupialis_Fonte_ARPA FVG

Aurelia aurita

Chiamata anche “medusa quadrifoglio” per una struttura nel suo ombrello che ricorda le foglie del fortunato fiore. Questa medusa si trova spesso nelle zone costiere e vicino a estuari di fiumi, porti o insenature dove può trovare molti nutrienti. I suoi tentacoli sono corti e sottili e ovviamente urticanti, quindi in questo caso cogliere la “medusa quadrifoglio” non porterà affatto fortuna!

Aurelia aurita_Photo by Jonathan Diemel on Unsplash

Chrysaora hysoscella

Fra le 5 meduse di questo elenco è la meno urticante, ma comunque degna di nota in quanto può causare dermatiti. Sarà molto facile riconoscerla perché presenta 16 bande marroni a forma di “V” sull’ombrello, caratteristica che le ha fatto prendere il nome di “medusa compasso”. In effetti è piuttosto scenografica, il suo ombrello può arrivare fino a 40 centimetri di diametro e i suoi tentacoli fino al metro! Quindi, se ne doveste scorgere una statele a debita distanza, potreste essere alla sua portata.

Chrysaora hysoscella_Fonte_ARPA FVG

Un caso a parte: la Caravella portoghese

Non potrei concludere l’elenco senza citare questa specie: la Physalia physalis. Sebbene non sia una medusa per la scienza, ma  vista la somiglianza per aspetto, habitat e comportamento è giusto prenderla in considerazione. La caravella portoghese è una colonia di più animali dipendenti fra loro. Presenta dei tentacoli molto urticanti e in alcuni casi molto pericolosi per l’uomo (anche letali). I suoi tentacoli possono rimanere urticanti anche dopo giorni dalla sua morte, quindi, se ne trovate una spiaggiata è sempre bene non toccarla con le mani nude.

Cosa fare in caso di contatto con una medusa

Per prima cosa non tutte le meduse sono urticanti, quelle che abbiamo appena visto sono quelle che potrebbero causarci i maggiori problemi. Perciò se avvistate una medusa accertatevi che ci sia un reale pericolo prima di rimanere inutilmente a cuocere sul lettino. Tuttavia potrebbe accadere un incontro troppo ravvicinato e, nonostante si sentano innumerevoli rimedi più o meno leggendari come  urinare sulla ferita, applicare sabbia o pietre roventi o disinfettare con alcool sono metodologie errate che potrebbero soltanto aggravare l’ustione. Mentre risciacquare con acqua di mare (da evitare acqua dolce)  e ovviamente asportare eventuali tentacoli rimasti sulla pelle sono operazioni da eseguire. Se la spiaggia è fornita di assistenza ai bagnanti la scelta migliore sarà farsi controllare ed eventualmente assistere con le cure di primo soccorso dal personale qualificato che saprà sicuramente come comportarsi. Se avete riconosciuto la specie con cui siete venuti a contatto potrà essere d’aiuto a chi dovrà medicarvi.


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