La maggior parte di noi potrà pensare che i congelamenti possono succedere quando si scalano le grandi montagne, quando si va ad alta quota o su un ghiacciaio, ma non è così. Congelamenti e principi di congelamento possono capitare anche sulle Alpi, sia in estate che in inverno, se le condizioni lo permettono e non si ha l’attrezzatura adeguata. Questo articolo aiuterà a capire come evitare i congelamenti e quali sono i sintomi, come prevenirli e, nel peggiore dei casi, come curarli.
Come evitare i congelamenti: cosa sono e cause
Il congelamento è un danno a livello dei tessuti provocato dall’esposizione più o meno protratta al freddo. È proprio in risposta al freddo che il nostro corpo costringe i vasi sanguigni delle estremità, deviando così il calore verso gli organi vitali, evitando la dispersione di calore e mantenendo il più possibile la temperatura corporea. Questo impedisce al sangue di circolare liberamente e di conseguenza riduce l’apporto di ossigeno e calore ai tessuti interessati. Questa condizione è la normale risposta del nostro corpo a condizioni di temperature estreme, ma se dura troppo a lungo i liquidi presenti nei tessuti si congelano formando cristalli di ghiaccio. Questo può provocare la distruzione dei tessuti cutanei e dei vasi sanguigni sottostanti. Se il flusso sanguigno non viene ripristinato e le cellule rimangono prive di ossigeno troppo a lungo, questo porterà finalmente alla morte dei tessuti. Il congelamento può essere superficiale, e quindi causare danni temporanei e limitati, oppure raggiungere un livello più profondo e causare danni più gravi e permanenti.
Gradi di congelamento e sintomi
I congelamenti colpiscono prevalentemente le estremità del nostro corpo, e quindi mani, piedi, naso e orecchie. Possono essere di diverso grado. I congelamenti di primo grado, ad esempio, interessano solo la partes superficiale della pelle e causano un danno superficiale e non permanente. I sintomi sono formicolio, prurito e dolore alla parte interessata, la pelle diventa fredda e pallida e l’arto si intorpidisce. Questo grado di congelamento, generalmente, si risolve con calore e cure base.
I congelamenti di secondo grado si verificano quando un congelamento di primo grado continua ad essere esposto al freddo. Se questo accade, invece di coinvolgere solo la superficie della pelle i sintomi iniziano ad estendersi anche all’epidermide, la pelle si indurisce e prende una colorazione bianco-bluastra. Se riscaldata, la pelle diventa rossa e gonfia e possono presentarsi vesciche. È indispensabile l’intervento medico per assicurarsi che non ci siano danni permanenti.
Da ultimo, un congelamento di terzo e quarto grado coinvolge i tessuti profondi del nostro corpo (muscoli, tendini, nervi, vasi sanguigni). La funzionalità dell’area coinvolta è compromessa, la pelle diventa nera-violacea e i danni alle terminazioni nervose possono provocare perdita permanente della sensibilità. In casi gravi è necessario ricorrere all’amputazione.
In tutti i casi sopra elencati i sintomi principali sono bruciore, prurito, dolore, intorpidimento, formicolio, perdita della sensibilità, vesciche, necrosi del tessuto, a seconda della gravità del congelamento (che dipende dalla durata dell’esposizione). Il recupero completo è possibile in casi lievi e con immediato intervento medico.
Come evitare i congelamenti e cosa fare in caso di congelamenti
Un modo per evitare di essere colpiti da congelamenti è vestirsi correttamente per poter mantenere tutto il corpo al caldo (utile, ad esempio, vestirsi a strati), proteggersi dal vento e dalle precipitazioni e bere e mangiare regolarmente per tutto il tempo di durata dell’uscita. Nonostante ciò, a volte, le cose non vanno come vorremmo ed è quindi importante sapere come comportarsi.
In caso di congelamenti, è importante riscaldare la persona colpita con quello che si ha a disposizione, ad esempio coperte, vestiti asciutti, un telo termico o un group shelter oppure un sacco a pelo, a seconda di quello che si ha a disposizione. È importante, inoltre, togliere i vestiti bagnati e sostituirli con capi asciutti per evitare ulteriori perdite di calore. Non utilizzare mai fonti di calore dirette in quanto possono causare ustioni.
La persona colpita va evacuata ed è necessario consultare un medico.
Fattore windchill
Non potrei concludere un articolo sui congelamenti senza almeno accennare al fattore windchill. Il windchill si riferisce alla differenza fra la temperatura dell’aria misurata e la temperatura percepita dal corpo, solo in relazione alle temperature basse e in funzione alla forza del vento. Più forte è il vento, più percepiremo una temperatura bassa, inferiore a quella misurata. Quando la temperatura esterna è inferiore rispetto a quella del nostro corpo, infatti, quest’ultimo tenderà a perdere calore. E dunque, più forte è il vento e più grande sarà questa tendenza.
Il fattore windchill viene determinato da diversi elementi, tra cui fattori meteorologici (l’umidità dell’aria, la velocità del vento e le condizioni d’irraggiamento) e fattori non meteorologici (la percezione individuale del caldo e del freddo, l’abbigliamento, l’attività fisica svolta e la capacità del corpo di produrre calore o meno). Ad esempio, si percepisce una temperatura più alta in presenza diretta del sole o se c’è un’alta percentuale di umidità, oppure una temperatura più bassa se c’è vento forte.
Non mi dilungherò sull’argomento e non entrerò nel dettaglio ma volevo semplicemente portare l’attenzione su di un fattore spesso poco conosciuto e che potrebbe far la differenza al momento della pianificazione o meno della nostra uscita in montagna.
Ecco spiegato in parole povere come evitare i congelamenti, da cosa sono causati e come, e cosa fare nel caso ci trovassimo a doverli gestire. Per informazioni più dettagliate consiglio di consultare un medico, per poter essere preparati e poter organizzare al meglio le nostre escursioni.