Ci sono diversi tipi di ciaspolatori: quelli che preferiscono una tranquilla camminata tra i boschi, senza grandi dislivelli, magari su un percorso battuto appositamente per questa attività, oppure quelli che preferiscono esplorare percorsi meno battuti, e magari raggiungere qualche cima. Non c’è un modo giusto o sbagliato di andare con le ciaspole, l’importante è saper scegliere il percorso più adatto. In questa breve guida cercherò di tracciare un ritratto dei vari percorsi possibili, per aiutare nella scelta della prossima destinazione.
Percorsi tracciati
Iniziamo dai percorsi tracciati, prediletti dai principianti, dalle famiglie o semplicemente da chi vuole godersi una giornata tranquilla in montagna senza avere troppo a cui pensare. Spesso questi percorsi si trovano nei pressi dei comprensori sciistici o delle piste da fondo, ma non per forza. Ciò che contraddistingue questi percorsi è che sono (quasi sempre) segnalati da cartelli e segnavia, proprio come i sentieri estivi. Questi cartelli possono essere di diversi colori, possono essere permanenti o temporanei, ma adottano spesso la simbologia di un paio di ciaspole, così da poter essere facilmente riconosciuti.
Perché scegliere un percorso tracciato? Per prima cosa, questi itinerari si sviluppano spesso su terreni “sicuri” (non esiste mai un terreno sicuro al 100%, ma ne parlerò più avanti) e senza grandi dislivelli. Questo vuol dire che sono accessibili e adatti anche a chi è alle prime armi, e non per forza ha ancora sviluppato la conoscenza nivologica necessaria per affrontare itinerari più impegnativi.
Chi si occupa di tracciare questi percorsi? Le società che gestiscono gli impianti, nel caso si trovino all’interno dei comprensori, oppure le agenzie per il turismo locali, a cui è possibile chiedere informazioni sugli itinerari.
Spesso, e soprattutto in prossimità degli impianti, esistono anche percorsi tracciati specifici per lo sci alpinismo. Questi sono segnalati in modo diverso rispetto a quelli per le ciaspole, attenzione a non confonderli!
Percorsi in montagna
Ovviamente non è necessario “limitarsi” a seguire questi percorsi tracciati, ma ci si può spingere oltre i confini delle aree attrezzate ed esplorare la montagna, proprio come con gli sci. Questo, indubbiamente, richiede molte più capacità da parte del ciaspolatore, sia fisiche che di pianificazione dell’uscita. Vediamo allora come si sceglie un itinerario e come si fa a capire se è adatto alle ciaspole oppure no.
Per prima cosa bisogna essere sinceri con se stessi e non andare oltre le proprie capacità fisiche, e quindi pianificare un’uscita che avrà una distanza e un dislivello fattibili. A questo proposito ricordiamoci che le ciaspole rendono tutto molto più lento, ed è quindi importante regolarci di conseguenza.
Cartina
La cartina è un ottimo strumento, che ci può aiutare nella pianificazione di una ciaspolata. Ad esempio, sulla cartina sono segnati alcuni percorsi di sci alpinismo, che in alcuni casi possono essere seguiti anche con le ciaspole. La caratteristica principale che determina la loro accessibilità con le ciaspole o meno è la ripidità del percorso. Se troppo ripido non sarà percorribile con le ciaspole, ma serviranno invece ramponi e piccozza (ed eventualmente sci per scendere). La ripidità di un itinerario si ricava dalle curve di livello presenti sulla cartina: più vicine sono le curve, più ripido è il pendio. Con un po’ di pratica questo ci potrà aiutare molto nella scelta di un percorso.
Per quanto riguarda i sentieri estivi, vale la stessa regola dei percorsi di sci alpinismo. Spesso sono percorribili anche con le ciaspole, altre volte invece no. Quasi sempre adatte sono invece le strade forestali, generalmente dalla pendenza molto dolce. Se non si riescono a ricavare queste informazioni dalla cartina, un modo per studiare un percorso potrebbe essere quello di affidarsi ai tanti siti specializzati online, a patto di verificarne sempre la validità. Altrimenti si possono contattare le agenzie per il turismo o le guide locali, e richiedere le informazioni necessarie.
Valanghe
Un altro dato che possiamo ricavare semplicemente dalla cartina, e fondamentale per pianificare la nostra uscita in montagna, è l’orientamento del percorso che abbiamo scelto. Questo, insieme alla pendenza, ci servirà quando andremo a consultare il bollettino valanghe. I dati ricavati dal bollettino ci permetteranno poi di determinare la sicurezza o meno di un percorso in un determinato periodo, e di fare le nostre scelte di conseguenza.
È importante sottolineare che quei ciaspolatori che decidono di allontanarsi dai sentieri tracciati devono avere una buona conoscenza del manto nevoso, devono sapersi muovere su terreni innevati e devono saper usale artva, pala e sonda, attrezzatura fondamentale per questo tipo di escursione.
Ciaspole o no?
Nonostante ci sia neve, non è sempre detto che servano le ciaspole. Queste sonno infatti utili in neve fresca, dove ci premettono di galleggiare invece di sprofondare troppo. Su neve più compatta, invece, le ciaspole potrebbero essere superflue, e potrebbero essere più comodi i ramponcini, o addirittura solo gli scarponi. Indicativamente, quindi, le ciaspole sono utili quando la neve è profonda e poco compatta, per evitare di sprofondare troppo, appunto, lasciando grandi buchi nella neve.
Ultima cosa, non tutte le ciaspole sono uguali, ma ne esistono diversi modelli adatti a tipi diversi di terreno.
Ecco quindi alcuni consigli su come scegliere il percorso più adatto alla nostra prossima escursione con le ciaspole. Tracciato oppure no, l’importante è che il percorso sia sicuro, adatto a noi e.. divertente!