La primavera, si sa, è una stagione imprevedibile dal punto di vista atmosferico. La transizione dall’inverno all’estate porta con se sole e temperature più miti, ma rimangono ancora tante precipitazioni e un po’ di freddo. Sci e ciaspole tornano nell’armadio, la neve sui sentieri comincia a sciogliersi, e in montagna le condizioni sono sempre variabili.
Con il meteo così instabile, e il rischio di piogge sempre alto, è facile farsi tentare dal caldo confortevole della propria casa e rimandare l’escursione in montagna. Ma siamo sicuri che non si possa camminare sotto la pioggia? Quali sono i motivi che ci spingono a rimanere in casa? Capiamo insieme quali sono i lati positivi di un’escursione “bagnata”, e se davvero valga la pena avventurarsi in montagna anche col brutto tempo.
Sicurezza e abbigliamento
La prima cosa che viene in mente quando si parla di fare un’escursione sotto la pioggia è la sicurezza. È facile pensare che sia pericoloso: le temperature si abbassano, ci si bagna e il sentiero diventa scivoloso. Per non parlare poi dei fulmini. È tutto vero, ma questo non deve impedirci di andare in montagna con qualsiasi condizione atmosferica: l’importante è essere attrezzati.
Per prima cosa bisogna dotarsi di un buon guscio impermeabile. In commercio si trovano un’infinità di prodotti differenti, costruiti con membrane impermeabili differenti e di qualità diversa. L’importante è che il materiale sia impermeabile e traspirante, per evitare che si formi condensa all’interno del capo e in modo da riuscire a regolare bene la temperatura corporea durante l’attività. Servono anche i pantaloni? Dipende. Se si tratta di una pioggia passeggera, magari un temporale estivo, seguito da temperature abbastanza calde da poter asciugare in fretta i pantaloni da trekking, allora non importa avere anche un paio di pantaloni impermeabili. Se invece la pioggia è prevista per tutto il giorno, un paio di pantaloni impermeabili ci aiuterà a restare asciutti e al caldo più a lungo.
Quando vado in montagna, nel mio zaino non mancano mai un guscio e un paio di pantaloni impermeabili leggeri, anche in estate. In questo modo so di essere sempre pronta, qualsiasi siano le condizioni atmosferiche. Se invece ho in programma un’escursione e sono certa che pioverà, o che le temperature saranno basse, indosserò un completo impermeabile più pesante.
Oltre al guscio, è importante portare sempre con se uno o due strati caldi in più e tenerli nello zaino. Anche se magari non li useremo, è sempre meglio averli con se in caso di necessità. La cosa più importante da tenere sempre sott’occhio è la temperatura corporea; se dovessimo iniziare a raffreddarci o a bagnarci, l’unica cosa da fare è continuare a muoversi e, potenzialmente, tornare indietro.
L’unica occasione in cui penserei due volte prima di avventurarmi sui sentieri quando piove è durante un temporale. Ci sono alcuni accorgimenti da tener presente se si viene colti di sorpresa, come evitare le creste e i punti più esposti, ma la cosa migliore da fare è sempre organizzare la propria escursione in modo da evitare il temporale, e cioè partire presto la mattina e tornare a casa prima che inizi a piovere. È sempre più bello guardarlo dalla finestra.
Un cambio di prospettiva
Le nostre Alpi, almeno in estate, sono caratterizzate da un clima relativamente stabile, fatta eccezione per i temporali pomeridiani e le rare perturbazioni. È normale quindi pensare che quando piove si possano semplicemente rimandare i piani al giorno successivo. Ma pensiamo, ad esempio, al Regno Unito o all’Irlanda. Lì, è risaputo, piove sempre, e se gli escursionisti ragionassero allo stesso modo andrebbe a finire che non uscirebbero mai di casa. Si sono abituati ad arrangiarsi con quello che hanno, e uscire a camminare, o addirittura arrampicare, sotto la pioggia è assolutamente normale.
Io questa cosa l’ho dovuta imparare negli anni in cui ho vissuto tra Irlanda e Scozia e, anche se continuo comunque a preferire il sole alla pioggia, devo dire che andare in montagna in qualsiasi condizione atmosferica ha il suo perché. Per prima cosa ti insegna ad arrangiarti, a badare a te stesso anche in condizioni avverse. Così, nell’eventualità che capitasse di essere colti impreparati da un temporale o una pioggia passeggera, sapremo cosa fare. In secondo luogo, la montagna sotto la pioggia si trasforma e si mostra all’escursionista in una veste completamente diversa. Tutto cambia: i suoni, i colori, i profumi. La flora e la fauna si adattano, e con loro anche noi, per continuare a sopravvivere in un ambiente ostile. È un po’ come vedere un tramonto in quota, o camminare alla luce della luna piena; un’esperienza che non tutti hanno la fortuna di vivere, resa speciale dall’ambiente naturale che ci circonda. Accessibile a tutti, però, e altamente gratificante.
L’idea che camminare in montagna sotto la pioggia sia sconveniente fa parte della nostra cultura, del nostro modo di essere, ed è difficile allontanarsene. Una volta provato, però, ci accorgeremo che camminare sotto la pioggia non è poi così male. Il mio consiglio è di provarci, sempre portando con se l’attrezzatura adatta e prestando la dovuta attenzione. Una volta superata la barriera mentale che ci farebbe altrimenti dubitare della nostra decisione, l’esperienza sarà sicuramente positiva. E poi la doccia calda e la tazza di tè al rientro a casa avranno tutto un altro sapore.